
Brutta, sporca e cattiva. Purtroppo, non ancora vincente scrive oggi il Corriere Fiorentino. La Fiorentina va avanti piano, a piccolissimi passi (leggasi, punti) verso un futuro ancora denso di nubi. Lo dice la classifica che, con questo pareggio col Verona, resta la stessa e oggi potrebbe perfino complicarsi ulteriormente. I viola quartultimi erano, e quartultimi restano. Con un’aggravante. Se infatti oggi pomeriggio Torino e Genoa dovessero battere rispettivamente Bologna e Benevento, la zona retrocessione sarebbe paurosamente più vicina. Resterebbe un punto di margine e, sullo sfondo, c’è la sfida di martedì sera sul campo della Juventus.
Lo scenario, per intendersi, resta cupo. Parecchio. Eppure, quella vista ieri pomeriggio al Franchi, è una squadra che, come si era già visto col Sassuolo, ha preso piena coscienza della realtà. Questo chiedeva, Cesare Prandelli, e la risposta c’è stata. Certo, la strada resta in salita, ma fatto di essersi calati nella (nuova) dimensione rappresenta un primo, determinante passaggio verso un progressivo ritorno alla tranquillità. È stata, quella contro la formazione di Juric, una partita brutta. A tratti bruttissma. Novanta minuti nei quali si son visti poco calcio, e tantissimi calci. Da una parte, e dell’altra. Del resto, l’Hellas, è avversario scomodo per tutti. Ti si attacca addosso come una ventosa e non ti molla per nessuna ragione al mondo. Il rischio, era quello di farsi travolgere. Eppure, Prandelli, ha deciso di giocarsela a specchio, abbandonando il 3-5-2 di mercoledì sera per un inedito 3-4-2-1 che aveva in Bonaventura e Ribery i due uomini a sporto di Vlahovic. Alle loro spalle, a centrocampo, Castrovilli e Amrabat mentre, sugli esterni, spazio a Venuti e Barreca che, per una volta, ha concesso un turno di riposo a Biraghi. E poi i tre dietro, con Igor (al posto di Caceres) insieme a Milenkovic e Pezzella. Ne è venuto fuori un lungo, ed equilibratissimo, braccio di ferro. Un’esibizio- ne di muscoli e corsa, con tanti saluti alla qualità.
Una sfida nella quale ad emergere (in negativo) è sta soprattutto l’arbitro Fourneau. Incomprensibile, il rigore fischiato dopo nemmeno due minuti al Verona. Incomprensibile, più che altro, l’aver confermato la decisione dopo aver rivisto l’azione al Var. E qua veniamo a un altro elemento che fa ben sperare (i viola) in vista del futuro. Perché in questa situazione ritrovarsi sotto pronti via, e per un torto subito, poteva essere un gancio da ko. E invece no. La Fiorentina ha reagito e, grazie ad un altro rigore generoso (compensazione?) ha trovato il pareggio. Freddissimo, ancora una volta, Vlahovic. Per lui è il terzo gol in campionato, il secondo consecutivo. Il primo tempo, di fatto, si è chiuso lì.
E il secondo, nonostante i cambi di Prandelli (dentro Lirola, Callejon, Biraghi e Cutrone per Venuti, Bonaventura, Barreca e Ribéry) volessero dare una spinta in più, per provare a vincere. L’appuntamento con i tre punti però (che mancano dal 25 ottobre), è rimandato. E l’ultima del 2020, martedì con la Juve, non è esattamente la sfida più semplice per ritrovarli.
De Siervo: “Franchi? Aspettiamo una risposta positiva dal Ministero. La norma c’è, va applicata”