“Caro Nicolò, capisco il dolore e il vuoto che senti durante questo periodo”. Inizia così la lettera che Giuseppe ha voluto scrivere a Zaniolo. Come un fratello maggiore, che certi ostacoli li ha già dovuti saltare. Cascando, senza tuttavia mai restare a terra: “Capisco le mille domande che ti fai, alle quali però non riesci mai a trovare una risposta – si legge – è qui che bisogna sempre ricordarsi quello che noi e la nostra famiglia abbiamo fatto. I sogni che avevamo da bambini”. Tornare alle origini dunque. A quando il pensiero di un gol in Nazionale o in Champions rendeva scatti e ripetute più dolci. A quando la Serie A riempiva la mente di immagini e spensieratezza.
“E’ qui che ti devi ricordare di quando chiudevamo gli occhi e ci immaginavamo negli stadi più belli del mondo. E tutti i sacrifici che ci hanno portato a giocare ai livelli più alti del calcio mondiale”, continua Giuseppe Rossi, che il crociato se lo è rotto e lesionato due volte al Villarreal, subendo poi altrettanti infortuni al ginocchio con la Fiorentina e infine con il Celta Vigo. Più di 1180 giorni fuori dal campo, con la stampella a sostituire il pallone e il tutore al posto di pantaloncini, parastinchi e scarpini.
Zaniolo avrà tempo di pensare: “Ricordando tutto questo, ti verrà subito il coraggio di rialzarti – si legge nella parte finale della lettera – di affrontare ogni ostacolo possibile, perché non c’è niente di più bello che stare in campo. Che provare quelle emozioni. Che fare quello che amiamo più di ogni altra cosa. Forza Nicolò, ti rialzerai”.
Lo riporta Gianlucadimarzio.com.
DG REGGIANA A LV: “DAL FALLIMENTO ALL’AMICHEVOLE CONTRO RIBERY. OGGI UN PREMIO PER I TIFOSI”