Come riporta Benedetto Ferrara su la Repubblica, il superstite è un ragazzone molto alto e molto curioso. In un’estate di addii e rivoluzioni lui è rimasto dove era, al centro della difesa. Corvino doveva cancellare la Fiorentina di Pradè, il diesse che domani tornerà al Franchi con la sua Samp, ma lui non lo ha toccato, e nemmeno sfiorato per scherzo. Anzi, gli avevano promesso la fascia di capitano e così è andata: capitano e intoccabile, a Davide è andata così, e di ragioni ce ne sono tante. La prima è la personalità. Astori non si tira mai indietro. Né sul campo, né fuori, dove sa quando e come parlare. Senza censurarsi ma con autorevolezza. Ne sa qualcosa Paulo Sousa, quando nello spogliatoio Astori si è lanciato su un monologo da vero mental coach, un motivatore che offre l’esempio, di questo ha avuto spesso bisogno la Fiorentina in una stagione moscia come quella appena vissuta.
Per non dire dell’esperienza sul campo, di quel suo saper essere attaccante aggiunto al momento del bisogno. Sarebbe quasi passato alla storia come il meraviglioso sequel di Bressan, uno che su un gol segnato in rovesciata al Barcellona ci ha quasi costruito una carriera. Beh, a lui è andata due volte male: prima la traversa e poi il pallone che sbatte sulla spalla del portiere e non si sa come torna in campo mentre il difensore si mette le mani nel capelli. Nessun dramma: lui intanto era lì, dove ama essere spesso. Per cercare il gol o per costruire un’azione alternativa in attacco. È stato un’arma per Sousa, lo è ancora per Pioli, che gli concede ogni tanto di salire palla al piede e di costruire idee nuove per l’area di rigore. E così Astori è il simbolo della vecchia guardia che guida un gruppetto di ragazzi entusiasti e volenterosi. Il trentenne e il teen ager: lui e Federico Chiesa, testimonial di un nuovo corso che cerca una difficile ripartenza in mezzo alla folla di dubbi che inevitabilmente porta con sè.
Il “bambino” è presente e futuro (speriamo), l’altro la certezza del presente, quello che accettando di restare qui e di guidare questo spogliatoio, offre una garanzia. Per la serietà, la sincerità, la capacità di trasmettere valori positivi, quelli che la società a volte fatica a comunicare. Astori è un mancino sul campo e un garbato ironico nella vita e sui social. Sul suo profilo instagram si descrive così: designer di fama mondiale e calciatore nel tempo libero. Un modo irriverente di raccontare la sua passione per il design. Quello che, insieme a l viaggio e alle culture orientali, riempie la vita del capitano oltre i confini della famiglia, che lui vice con amore e intensità, condividendo le stradine del centro di Firenze con la moglie Francesca, ex concorrente del Grande Fratello. Una coppia discreta e meno appariscente di quello che uno può immaginare. Più passeggiate con la bimba nel passeggino che mondanità. Se sei un tranquillo sai dare il giusto peso alle storie della vita. Così come se vuoi essere un leader devi avere il coraggio anche di alzare la voce se c’è bisogno e saper essere esempio.