A Firenze i numeri parlano da soli: 138 presenze in maglia viola con 15 goal e 15 assist, ma la sensazione è che non sia mai riuscito a esprimere fino in fondo il potenziale che prometteva sin dai tempi della Primavera. Su di lui, infatti, le aspettative erano altissime, eppure, tra infortuni ricorrenti e un rendimento troppo altalenante, quel talento si è progressivamente offuscato.
Un momento emblematico del suo rapporto complesso con l’ambiente viola è arrivato nel 3-0 contro la Salernitana, quando Sottil segnò e poi esultò portandosi il dito davanti alla bocca, per zittire i tifosi che da tempo lo contestavano. Un gesto che racconta bene il nervosismo e le difficoltà vissute in quel periodo, tra pressioni, critiche e aspettative mai del tutto ripagate.
Dopo gli anni alla Fiorentina, è arrivata la chiamata del Milan, un’occasione che sembrava poter rappresentare la svolta della carriera. Al suo arrivo in rossonero aveva espresso tutta la sua emozione:
“Quando sei al Milan, in un club così, l’obiettivo è vincere: lo dice la storia di questa società. Sono qui per mettermi a disposizione del mister e dei miei compagni, e voglio dimostrare di poter restare con questa maglia addosso. Il 99 è il mio anno di nascita. Ho sempre avuto un debole per Pato, mentre Ibrahimović, con lui e Ronaldinho, rappresentava il Milan con cui sono cresciuto. È una passione che ho fin da bambino. Quando arrivi qui, ti rendi conto davvero di quanto sia grande questo club. Mi ha colpito tutto: l’organizzazione, le persone che ci lavorano, il livello dei giocatori. È un ambiente che ti spinge a migliorare sotto ogni aspetto. Quando il mio agente mi ha detto che mi voleva il Milan, sono rimasto senza parole. Ho aspettato a casa, un po’ in ansia, ma alla fine è andata come speravo.”
Parole ambiziose, ma la realtà si è rivelata ben diversa, pochissimo spazio solo 8 presenze e zero goal: prestazioni sottotono e una parentesi che si è chiusa come un flop annunciato.
Come se non bastasse, durante la scorsa estate è arrivata anche l’esclusione dalla tournée inglese per scelta tecnica, ma dietro alla decisione c’è un episodio preciso: nell’amichevole contro il Grosseto, Sottil aveva avuto un acceso battibecco con un avversario, un comportamento che non è piaciuto all’allenatore, il quale ha deciso di lasciarlo fuori. Da lì la decisione di ripartire: prestito secco al Lecce, con l’obiettivo di ritrovare fiducia, minuti e continuità.
Ora il destino lo riporta a Firenze, da avversario, in uno stadio che lo ha visto crescere ma che spesso lo ha anche fischiato. Sarà una gara speciale, perché dentro di lui resta la voglia di rivalsa di chi sa di avere ancora qualcosa da dimostrare. Il suo contratto con la Fiorentina scadrà tra un anno: tempo sufficiente per capire se questa sarà solo una parentesi o l’inizio di un ritorno in viola con un finale diverso da quello scritto finora.
