L’ex Fiorentina Christian Riganò ha rilasciato un’intervista al Corriere Fiorentino: “Giocare a due meglio? In linea di massima sì ma bisogna essere molto chiari su come dividersi il campo, vanno trovati i movimenti giusti, quella sincronia e quella sintonia che ancora non vedo tra Kean e gli altri partner d’attacco, che siano Piccoli o Dzeko. Non possono andare per linee parallele, uno a destra e uno a sinistra. Mai. Devono incrociare. So bene di dire qualcosa di impegnativo, visti i numeri di Kean della scorsa stagione, ma se dovesse toccare a Piccoli sarebbe lui il più adatto a fare il punto di riferimento offensivo, perché di testa è più forte. Con Dzeko invece le cose cambierebbero, visti anche i precedenti del bosniaco con Lautaro.
Se Kean soffre il tandem? Assolutamente no. Il ragazzo è intelligente, mi piace nei suoi atteggiamenti e non esiste che un calciatore, a qualsiasi livello, avanzi pretese del genere. È vero, le cose migliori per ora le ha fatte vedere nel primo tempo con la Roma, ma aveva una squadra che dietro macinava gioco. Forse c’è un po’ troppa attenzione su questa storia che Moise abbia bisogno di spazi larghi per dare il meglio. E allora in Nazionale con Retegui, che non è certo un trequartista o un attaccante d’appoggio?
Gud e Fazzini insieme? Non è una soluzione che mi convince troppo, io piuttosto, se proprio si decide di rinunciare a Piccoli o Dzeko accanto a Kean, e a me comunque dispiacerebbe, avrei un’altra soluzione in testa. Difesa a quattro, non importa con chi, ma in questo modo saremmo più coperti. Poi due centrocampisti di peso in mezzo al campo, che potrebbero essere Mandragora e Sohm, e dietro a Kean tre costruttori di gioco. Visto che la Fiorentina non ha esterni di ruolo, tipo Spinazzola e Politano, proverei a giocarmela col palleggio e quindi con quelli più dotati tecnicamente. Da destra a sinistra: Gudmundsson, Fagioli, Fazzini, tutti al servizio di Kean, ma in grado anche di poter incidere individualmente. Continuo a essere fiducioso. Certo, bisogna cambiare passo”
