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Repubblica: “Il calcio è fatto di risultati: Italiano ha fatto giocare alla Fiorentina 3 finali, Palladino zero”

Firenze, Stadio Artemio Franchi, 16.03.2025, Fiorentina-Juventus, foto Lisa Guglielmi. Copyright Labaroviola.com

Rassegna Stampa

Repubblica: “Il calcio è fatto di risultati: Italiano ha fatto giocare alla Fiorentina 3 finali, Palladino zero”

Redazione

9 Maggio · 09:55

Aggiornamento: 9 Maggio 2025 · 10:19

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E adesso? Dopo la Coppa Italia la Fiorentina ha salutato anche la Conference. Una notte difficile, agitata, complicata, ribaltata e poi persa. La Fiorentina ha provato a reagire ma ha ceduto alla frenesia e ha perso l’occasione di salvare una stagione che ora rischia di trasformarsi nel più clamoroso flop della gestione Commisso. Rimane solo il campionato per salvare la faccia, ma risalire in classifica è un’impresa quasi impossibile. Ci sono ancora tre partite e anche con nove punti non ci sono certezze. Tanta fatica, e il rischio di rimanere a mani vuote. Un tracollo inatteso, soprattutto perché Palladino aveva a disposizione la Fiorentina più forte degli ultimi anni, capace di vittorie straordinarie contro le grandi e miseramente in difficoltà contro le piccole.

Ha gettato al vento la Coppa Italia troppo presto, contro una squadra che lotta per salvarsi e che aveva messo in campo le riserve. Ha consegnato al Betis una finale che doveva prendere a tutti i costi. Infine ha ceduto il passo in campionato, scivolando in una posizione anonima e senza senso. Palladino ha fallito e ha trascinato nel baratro una città intera, che in questi anni si era fatta piacere perfino la Conference pur di stare in Europa. Sì, va bene, Palladino in campionato potrebbe fare più punti di Italiano quindi, dirà qualcuno, l’asticella potrebbe averla alzata. Ma il calcio è fatto di risultati, non di numeri, e Italiano ha fatto giocare alla Fiorentina tre finali, Palladino zero.

Quindi l’asticella si è abbassata, e parecchio. Senza considerare il rischio che senza Europa molti giocatori, quelli di qualità almeno, potrebbero andare via. Da De Gea a Kean sono tanti i punti interrogativi sul futuro della Fiorentina. Un gioco dell’oca che riporterebbe la squadra viola al punto di partenza. E che magari farebbe fare due conti anche a Commisso, chissà. Dunque usciamo di scena. Senza gloria e a testa bassa. In una notte magica, con lo stadio pieno per quanto possibile, la Fiorentina si è arresa dopo aver lottato, ma non è bastato. Ha alzato le mani difronte alla maggiore determinazione del Betis e ha messo da parte le sue ambizioni.

Un finale amaro per una squadra che pochi mesi fa sognava la Champions e l’anno prossimo le coppe europee le vedrà soltanto in tv. Chissà se qualcuno si assumerà la responsabilità di questa disfatta, e se le riflessioni delle prossime settimane porteranno a un ribaltone. Ma è chiaro che per ripartire servirà una squadra tutta nuova, o quasi. Un investimento importante. Un rilancio su cui Commisso dovrà riflettere. La Fiorentina non può permettersi di galleggiare nella mediocrità di una classifica senza ambizione. Quanta rabbia c’è, specialmente dopo aver visto ieri sera una squadra con poco coraggio e non così risoluta da prendersi tutto. Toccava alla Fiorentina questa finale, invece il regalone al Betis ha chiuso la porta in faccia a Palladino e ai suoi ragazzi. E ha rimandato tutti a casa più tristi. Lo scrive Giuseppe Calabrese su Repubblica

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