Soltanto 30’ di media nelle ultime cinque partite per uno dei talenti di maggiore prospettiva nel nostro campionato che ha compiuto appena 20 anni soltanto ieri. Pietro Comuzzo e un minutaggio in calo rispetto alla prima parte di stagione in cui era il perno inamovibile della difesa della Fiorentina. Il tutto mentre il compagno di reparto, Marin Pongracic, ritrova una maglia da titolare e si prende la scena con cinque gare su cinque da titolare da quando è finalmente tornato a pieno regime dopo le settimane passate tra infortuni, dubbi e poca brillantezza. Raffaele Palladino e le scelte in difesa alla ricerca del migliore equilibrio per ritrovare compattezza e massima efficacia.
Come la mossa compiuta a fine gennaio all’Olimpico contro la Lazio, dove i viola avevano trovato la seconda svolta della loro stagione. In quel successo era stato notevole il contributo di Pongracic, schierato dal primo minuto un po’ a sorpresa a distanza di cinque mesi dall’ultima volta. Ovvero dalla prima giornata di campionato, dalla quale poi aveva rivisto il campo soltanto per 18’ complessivi in due apparizioni non certo degne di nota.
Complice la vittoria contro i biancocelesti, e un periodo che pareva nuovamente propizio ai viola, Palladino l’ha confermato al centro della difesa insieme al capitano Ranieri (inamovibile). Un momento di flessione di Comuzzo, alcuni errori di troppo e il mercato col Napoli e la sua offerta respinta al mittente, hanno certamente influito. Di fatto Pongracic si è ripreso quel posto per il quale era stato acquistato in estate: 16 milioni dal Lecce, erede di Milenkovic ceduto in Premier League. Nell’iniziale assenza del croato, l’esplosione di Comuzzo che aveva spinto anche il ct Spalletti a convocarlo per la prima volta in azzurro.
E ora? L’ultima da titolare, per il prodotto del vivaio viola, a inizio febbraio nel recupero della sfida con l’Inter quando al Franchi andò in scena il trionfo della concretezza e della solidità contro i campioni d’Italia. In quel caso Palladino optò per Comuzzo laterale destro di difesa con Pongracic e Ranieri centrali, alzando così Dodo a centrocampo. Una scelta che gli ha consentito di avere più protezione a sostegno di De Gea ma anche la rapidità necessaria per le transizioni a innescare Dodo e Kean. Con la cessione di Kayode, il tecnico può contare proprio su Comuzzo (e Moreno) come alternative a Dodo oppure come laterali puri avanzando il brasiliano.
Nelle ultime due partite Comuzzo prima è rimasto fuori dai convocati per squalifica (al Meazza) e poi ha guardato i suoi compagni dalla panchina nella sconfitta col Como. Il tecnico sa meglio di chiunque altro come stia fisicamente e mentalmente quel ragazzo che ha trascinato i viola in difesa fino al giro di boa. E presto potrebbe alternarlo visti gli impegni ravvicinati e il ritorno della Conference League che per la Fiorentina rimane un obiettivo concreto e una via secondaria ma preferenziale per l’approdo in Europa League. Lo scrive La Repubblica