La centrocampista della Fiorentina Women’s Alice Parisi, ospite della trasmissione L’Assedio sul Nove, ha parlato dell’esperienza ai Mondiali, della crescita del calcio femminile e del futuro di questo movimento: “La Coppa del Mondo è stata un’esperienza davvero unica. Erano 20 anni che la Nazionale non si qualificava e per me, che gioco a calcio fin da bambina, è stato un sogno realizzato. Sentire poi l’affetto di tutta quella gente è stato qualcosa di inaspettato e bellissimo”.
Com’è cambiato il calcio femminile in questi anni?
“Quando ho vinto il primo scudetto il movimento stentava quindi non ci furono grandi festeggiamenti. Quando invece ho vinto il secondo a Firenze è stato tutto diverso, è tutto un altro vivere. Quando sono arrivata in viola ho capito che volevo e potevo vivere per il calcio e di calcio e questo mi ha spinto a lottare affinché anche le mie colleghe e le nuove generazioni potessero fare altrettanto migliorando sempre di più la condizione”.
Servirebbe il professionismo per questo?
“Sì e questo non vuol dire che vogliamo prendere quanto i maschi, perché quello è un altro mondo a livello economico. Vogliamo però avere un equo trattamento, tutele, un minimo garantito che ci permetta di vivere giocando a calcio e mettere qualcosa da parte. Io mi avvicino ai 30, ho fatto calcio per una vita e non ho praticamente contributi versati. È una situazione pesante anche se ho studiato e mi sono laureata nel frattempo. Ma adesso che il livello si è alzato è difficile conciliare gli allenamenti con un altro lavoro, anzi direi impossibile”.
Fonte: Tuttomercatoweb.com