Massimo Orlando si distingue per equilibrio e ottimismo, ma la prestazione della Fiorentina contro l’Inter non lo convince proprio come raccontato nell’edizione odierna de Il Corriere dello Sport:
“Secondo me è stata una dimostrazione di grandissima difficoltà, perché l’unico pensiero di Pioli era quello di difendersi ripartendo ogni tanto, male. La squadra non ha gioco”.
L’ex centrocampista viola degli anni 90 è molto preoccupato:
“Le partite sono sempre uguali, senza mai un cambio di gioco o nella velocità”.
Sulle aspettative di inizio stagione:
“Sono stato ingannato come tutti, dal pensiero generale, che era molto positivo. E credevo che la Fiorentina, avendo già fatto bene con Palladino, potesse fare altrettanto bene con un allenatore d’esperienza come Stefano. Credevo che la squadra fosse da quinto/sesto posto, di certo non che lottasse per le zone basse della classifica”.
Sul possibile esonero:
“Dicono che Lecce e Genoa saranno le due partite decisive. Se però non dovesse andar bene domenica, non credo che Pioli arrivi a Genova. Non ho mai parlato male di lui, è un bravissimo allenatore, ma probabilmente non è riuscito a trasmettere quello che pensava a questa squadra. Non è possibile che in nove giornate non si sia visto uno schema, un’idea.”
Su un cambio di atteggiamento del mister:
“In effetto si, almeno rispetto a tanti anni fa a Firenze. Ad esempio si è sbilanciato subito sugli obbiettivi, sull’impostazione propositiva della squadra, salvo non fare vedere niente di tutto questo”.
Sulla possibile risalita:
“La paura in questo momento fa un brutto scherzo ai giocatori e all’ambiente. Con questo tipo di atmosfera fai tanta fatica, è successo anche a me, però questa scusa non regge a lungo. La società ha l’obbligo di porre qualche rimedio.”
Sulla retrocessione del 1993:
“Non ci dormo la notte. Ricordo tutte le sfide: quell’anno eravamo nel mirino dell’Italia intera, facevano di tutto perché perdessimo le partite. E avevamo dei giocatori meravigliosi”.
Sui possibili sviluppi:
“Succede che alle ultime giornate cominci a guardare il calendario e subentra la paura. Ecco perché dico che la società deve prendere una decisione adesso: se aspetta le ultime gare diventa tutto più difficile. Anche se si capisce che la scelta finale spetti al presidente più che alla dirigenza”.
Sui possibili sostituti in panchina:
“Palladino credo sia impossibile, a meno che il presidente non riesca a prendere posizione sul direttore sportivo con il quale, appunto Palladino aveva dei cattivi rapporti.
De Rossi è difficile. Anche se è bravo, sarebbe un’idea forzata di Pradè, già nel mirino dei tifosi. A me piacerebbe Thiago Motta perché amo il bel calcio, e quando è subentrato a Bologna lo ha fatto vedere. Io non so se i calciatori viola siano adatti a lui, ma non credo si siano dimenticati dopo un anno come si gioca a pallone. Anche Vanoli sarebbe una giusta soluzione”.
Sulla posizione di Pradè:
“Credo che ormai sia a fine corsa. Poi il calcio è talmente strano che ti salvi, a due giornate dalla fine, magari vinci la Coppa Italia e Conference e ti cambia la stagione”
Su un possibile cambio in società:
“Sono tutti silenti: il fatto che nessuno intervenga dà l’idea che non ci sia un progetto. E quindi non penso che ci sia un potenziale cambio di rotta”
