
Per parlare del momento viola, Labaroviola ha contattato in esclusiva Andrea Orlandini, noto chitarrista della Bandabardò.
Buongiorno Andrea, come hai reagito alle dimissioni di Prandelli?
“Erano nell’aria da 24 ore direi, il suo animo era turbato da queste continue offese social secondo me. Certo che se la società avesse difeso a spada tratta il proprio allenatore, Cesare si sarebbe sentito tutelato anche all’interno dello spogliatoio. È l’ennesima riprova che a fine campionato debba esserci un repulisti generale, non voglio sapere nemmeno se il nuovo tecnico sarà Gattuso o Sarri o chi per lui. È arrivato il momento di portare idee nuove”

Che tipo di tifoso ti definisci?
“Sono stato uno da curva Fiesole fino agli anni novanta, non appartenevo a nessun gruppo, ero come si dice in gergo un ‘cane sciolto’. Fu mio nonno a portarmi la prima volta al Comunale, era il 20 aprile 74′ per una gara persa 0-1 col Lanerossi Vicenza. Nel corso degli anni sono stato sempre meno presente dal vivo, ma alla tv non mi perdo mai una partita. Ricordo delle gare alle quattro del mattino seguite dal Texas, oppure alle due direttamente dalle Hawaii”.
Come hai fatto coincidere le partite viola con i vostri concerti?
“Era il nostro fonico di palco che mi teneva aggiornato nel caso di contemporaneità dei due eventi. Con la coda dell’occhio non volevo perdermi le notizie sulla mia Fiorentina”.

Nel 2013 hai partecipato ad un’intervista con Gonzalo Rodriguez, che ricordo hai?
“Bella giornata con Gonzalo, fu un’intervista imbastita dall’amico Benedetto Ferrara, alla quale partecipò anche Alessandro Nutini batterista del gruppo. Il tutto si svolse in curva Fiesole, dove sia io che Gonzalo ci esibimmo alla chitarra nel pezzo “Guantanamera”. L’argentino come noto è un grande appassionato di rock, lo ricordo molto curioso conoscere i segreti del mestiere. Venne anche a vederci suonare in alcuni locali, però a mezzanotte salutava tutti, era ligio a rispettare gli orari dati dalla Fiorentina“.
Marco Collini
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