Perché in generale si è visto un calciatore vivo, determinato. Lontano parente dal fantasma che vagava per il campo nel primo tempo contro la Roma e in diverse altre recite con la maglia viola. Gud adesso ha in testa la sfida alla Francia. Per rimediare al ko contro l’Ucraina servirebbe l’impresa con i transalpini. A metà settimana sarà al Viola Park per prepararne un’altra di imprese, quella di San Siro contro il Milan. Dove Pioli si aspetta che sia lui a prendere per mano la Fiorentina. Con la sua qualità e la sua classe. Alla quale bisogna abbinare il resto, quantomeno quel che si è visto in nazionale.
Ci sarà poi da riflettere anche sulle consegne tattiche da dargli.
Con l’Islanda sembra più libero di ricercare la giusta posizione in campo, da dieci puro, senza avere troppi compiti in fase difensiva. Ormai si è capito, fatica enormemente (per gamba e struttura) a fare le due fasi con continuità. Questo è un aspetto che Pioli dovrà accettare e al quale dovrà porre rimedio, come fece Alberto Gilardino ai tempi del Genoa. Per ritrovarlo brillante là davanti, l’impressione è che si debba trovare il modo di farne a meno in fase di non possesso. Ma la Fiorentina non può prescindere dal miglior Gudmundsson alle spalle di Kean. Quando ha la palla. Lo scrive La Nazione.
