
Luka Jovic è un contenitore evidente di sensibilità calcistica, si percepisce da come tratta la palla, mostrando attitudini elevate anche nella lettura del gioco: spesso troppo complesse, queste attitudini, anche per i compagni. Indiscutibile il talento e grazie a questo Luka è traslocato giovanissimo al Real Madrid, dove è rimasto discretamente in naftalina perché davanti aveva, fra gli altri, Benzema. Solo per questo? E qui veniamo ai «difetti» che – secondo noi impropriamente – vengono ricondotti all’atteggiamento ’distaccato’ di Jovic in campo. Il problema non è quello, sono proprio le caratteristiche del giocatore che si discostano dalla funzionalità richiesta in un sistema di gioco che gli recapita pochi palloni sfruttabili nel modo giusto. Jovic non ama lavorare nelle situazioni sporche, preferisce la pulizia. Scambi di prima, possibilmente. Tocchi visionari laddove l’idea sguscia a malapena. Il flipper viola un poco lo disorienta, la vita è complicata nel vortice di palloni volanti o rimbalzanti. Ma ci si deve abituare e Jovic già un poco ci è riuscito. Lo scrive La Nazione.