«Se il destino è contro di noi, peggio per lui». Potrebbe essere questa la frase della stagione della Fiorentina. Perla di una saggezza popolare ormai screpolata, vergata da una mano anonima, sulle sponde della passerella del Campo di Marte. Mano che mai avrebbe pensato che sarebbe stata il giusto mantra di una stagione disgraziata come questa. Chissà se Vanoli, magari lo dirà oggi, ha dato un’occhiata alle statistiche – esercizio tipico del tifoso, ma anche del cronista ossessionato dai numeri – che sono davvero buie. Ecco perché, da oggi, bisognerà remare anche e soprattutto controcorrente per risalire la china.
Già, il destino che segna a fondo anche il Dna di una squadra e di un campionato, ma che può e, in questo caso, deve essere influenzato dalla lucida determinazione del voler uscire da questo baratro che si chiama retrocessione. Siamo chiari e crudi: la percentuale delle squadre retrocesse con 5 punti in classifica nelle prime 11 giornate è pari al 94 per cento. Tre numeri che lasciano poco all’immaginazione, ma tanto alla determinazione. Vanoli è stato chiaro nel dopo partita di Genova: bisogna entrare nell’ottica delle idee che la Fiorentina lotta per non retrocedere. Prima se ne renderà davvero conto e prima inizierà a invertire un destino, appunto, che pare segnato. Peggio per lui, come dicevamo prima, perché questa squadra ha le doti per sovvertire quello che appare inevitabile; naturalmente un mattoncino alla volta. Sempre secondo i dettami del nuovo tecnico che ha una sola parola base: lavoro.
Da oggi inizierà una nuova storia, una pagina bianca dopo l’altra da scrivere con il sudore e con la necessità di rivitalizzare un gruppo che prima di tutto ha perso sicurezza in se stesso. Compito, quest’ultimo, più difficile ma Vanoli si è già accorto di qusto e farà leva, all’interno dello spogliatoio, sulla genuina verità che può far male, mettendo però di fronte alle proprie responsabilità tutta la squadra. In un modo o in un altro Vanoli vuole una reazione emotiva legata a filo doppio a un orgoglio da ritrovare.
Come già detto Vanoli è un tecnico impetuoso, che non cerca scorciatoie con i suoi giocatori per arrivare al risultato. In fondo la ‘scuola Conte’ è proprio questa e lui ha lavorato con l’attuale allenatore del Napoli, che della disciplina e della ‘critica’ anche aspra sono i fondamenti principali per arrivare al risultato. Si apre insomma un nuovo corso che deve dare risposte concrete sin dalla prossima sfida. Juve o non Juve che sia. Serve un’impresa per riemergere e perché non iniziare proprio contro i bianconeri? Lo riporta La Nazione.
