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Malusci duro: “I giocatori devono fare un mea culpa come Pioli e Pradè. Loro scendono in campo”

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Malusci duro: “I giocatori devono fare un mea culpa come Pioli e Pradè. Loro scendono in campo”

Redazione

22 Ottobre · 14:10

Aggiornamento: 22 Ottobre 2025 · 14:11

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Oggi ospite a Radio Bruno l’ex viola Alberto Malusci che commenta la squadra di Stefano Pioli, e non solo. Queste le sue parole:

“Oggi, 36 anni fa, ho calcato il campo con la maglia Viola a fianco di Baggio e anche di Pioli. Mi ricordo che nell’annata 89/90 ci siamo salvati all’ultima giornata contro l’Atalanta, era una Fiorentina bella con dei nomi importanti ma purtroppo in campionato non si riusciva ad ingranare, mentre quando andavamo all’estero non ce n’era per nessuno: sembra una situazione analoga a quest’anno, perchè i gigliati non son partiti bene, stanno facendo fatica, la Conference sta dando soddisfazioni ma tutti ci aspettiamo una Fiorentina diversa comunque. Ci sono quelle annate in cui non riesci; all’epoca, come oggi, anche dall’interno non si riusciva a capire cosa non funzionasse nonostante ci confrontassimo, tante volte ci riunivamo nello spogliatoio e si cercava di tirar fuori le ipotetiche problematiche tra di noi. Pioli, quindi, ha vissuto queste problematiche anche da giocatore prima che da allenatore; l’espressione di Stefano, infatti, quando si presenta alle conferenze o fa interviste esprime la consapevolezza di chi ce la sta mettendo tutta ma non riesce a venirne fuori, poi ovviamente salta fuori il nervosismo, anche per le illazioni che fanno all’esterno del tipo “lo spogliatoio è contro l’allenatore”, “c’è maretta nello spogliatoio” etc… io vi posso assicurare che anche 36 anni fa nessuno andava contro nessuno, semplicemente entravamo in campo per vincere le partite e purtroppo non ci si riusciva. Non posso pensare, dunque, che i giocatori possano andare in campo giocando contro loro stessi diciamo: nascono solo tanti nervosismi che non fanno bene a nessuno, guardiamo ad esempio la sorta di discussione creata da Pioli nei confronti di Toni, se l’atteggiamento dell’allenatore è questo è perchè comunque lo spogliatoio è coeso ma non riesce ad incidere.

Io penso che la cosa fondamentale sia il lavoro, perchè è ciò che paga e solo con il lavoro si può migliorare, e forse meno si parla è meglio perchè comunque i difetti sono evidenti. Comunque sono usciti fuori Pradè e Pioli che si sono presi le loro responsabilità, ma io mi aspettavo, da parte di un responsabile della rosa, un mea culpa, qualcuno che tra i giocatori si prendesse la responsabilità a nome della squadra, invece, non ha parlato nessun giocatore. Nella situazione attuale dove tutti all’inizio abbiamo voluto fortemente Pioli, oggi non si può dire che il mister non sia più buono ma i giocatori vanno bene, non è così. Io da capitano della squadra non avrei lasciato prendere le responsabilità solo al ds e all’allenatore; se, ad esempio, Mandragora non ha coperto Leao (destro naturale) non è colpa di Pioli. In questo momento non c’è un giocatore che possa risolvere qualcosa. Pradè avrà anche detto di aver toppato la campagna acquisti ma tutti sanno che i giocatori che sono arrivati sono ottimi, che questa rosa ha dei valori, inespressi ma ci sono. L’allenatore non scende in campo, sono i giocatori che possono potenzialmente salvare la situazione che devono prendere per mano la squadra, non sempre dare colpa all’allenatore o alla dirigenza. In queste situazioni la responsabilità si deve dividere, sono i giocatori che vanno in campo, non si possono esimere. I giocatori non devono essere telecomandati, quando giocano devono agire da soli: non ci sono leader. Siccome Ranieri porta la fascia dovrebbe andare in conferenza e dire che la colpa è anche della squadra e che non possono permettere di far cadere la responsabilità solo sugli altri”.

 

 

 

 

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