Albert Gudmundsson torna a parlare del caso che lo ha coinvolto. Dopo che anche la Corte d’Appello islandese ha confermato la decisione del Tribunale distrettuale, e con un precedente provvedimento di archiviazione del procuratore, l’attaccante del Genoa dichiara la vicenda definitivamente chiusa. In un lungo messaggio, il giocatore racconta il peso di quasi tre anni sotto i riflettori. Queste sono le sue parole: “Allora questo caso è definitivamente chiuso. Sono passati 893 giorni da quando si sono verificati i fatti. Ero lì, ricordo tutto e so cosa è vero e giusto. Sono contento di vedere la Corte d’Appello (Landsréttur) confermare la decisione cui era giunto in precedenza il Tribunale distrettuale (Héraðsdómur) – e non va dimenticato che anche il procuratore distrettuale archiviò il caso a suo tempo. Questo lo chiamo un convincente 3–0 nella mia professione.”
“Eppure sono qui, a poco meno di tre anni di distanza, dopo essere stato sotto la lente dei media quasi ogni giorno per tutto questo periodo. È stato duro – sia mentalmente che fisicamente. Questa vicenda mi ha tolto molte opportunità nel calcio; come tutti sanno, la carriera è breve e ogni anno, ogni mese e persino ogni giorno è prezioso.
Non sto però chiedendo compassione. Ciò che mi ha tenuto in piedi sono stati i miei più cari: i miei figli, la madre dei miei figli, i miei genitori, le mie sorelle, la famiglia e gli amici. Siete voi gli eroi di questo percorso. Non vi potrò mai ringraziare abbastanza.”
“D’altro canto ho anche perso persone che si sono rivelate amiche solo quando faceva comodo a loro – e non quando ce n’era bisogno. Ha fatto male, ma è stato anche utile rendersene conto prima che poi. Altri invece mi sono stati accanto e mi hanno mostrato cos’è la vera amicizia. A loro sono profondamente grato. So che là fuori c’è chi non mi crederà, qualunque cosa dicano gli atti del caso o le conclusioni – e va bene così. So chi sono e cosa rappresento. L’opinione degli altri non mi spezzerà mai.”
“A chi di voi ha ancora dubbi, incoraggio a leggere le sentenze di entrambi i gradi di giudizio e a tenere presente che, secondo gli atti del caso, quella notte furono accusate più persone, non solo io. Non mi lascio comunque intimidire, soprattutto non per qualcosa che non è mai accaduto. Possiamo entrare più nel dettaglio in seguito, se necessario. Spero sinceramente che, anche se là fuori c’era una mela marcia, ciò non finisca per danneggiare chi è davvero vittima di violenza. Nient’altro per ora — pace.”
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