La giocatrice svedese Ronja Aronsson parla della sua esperienza professionale in Italia con una grave denuncia rivolta alla Fiorentina femminile.
Il difensore, ora in forza al Pitea, ha militato nella Serie A Femminile con la maglia della Viola per soli 6 mesi, giunta a Firenze nel Gennaio del 2022 ma ripartita al termine della stagione. La breve permanenza in Italia si tinge ora però di sfumature preoccupanti. In un recente episodio del podcast NSD Fotbollfredag, Aronsson ha ricordato il suo periodo con la Fiorentina denunciando apertamente un ambiente ritenuto tossico e problematico.
Al centro dell’accusa della giocatrice compare lo staff tecnico della squadra a partire dagli allenatori. Aggressioni verbali e offensive vengono richiamate alla memoria come eventi all’ordine del giorno nella quotidianità del club fiorentino secondo la giocatrice svedese. Secondo quanto riportato da Aronsson, errori e debolezze non erano tollerati in fase di preparazione delle gare, rendendo le giocatrici bersaglio costante di attacchi d’ira e insulti.
“Era il caos ogni giorno, – dice Aronsson nel podcast. – Non potevo sopportare di andare al campo. La gente si sedeva e piangeva negli spogliatoi”
La giocatrice svedese ha poi aggiunto: “Se sbagliavi qualcosa, un dribbling o con un cross, ti urlavano “lurida troia” (traduzione letterale ndr) solo perché avevi commesso un errore. È stata più o meno la prima parola che ho imparato in italiano. Dopo un mese conoscevo tutte le parolacce”. La calciatrice svedese non descrive solo un’esperienza individuale ma un malessere collettivo e continuo che ha spinto la squadra a rivolgersi anche al presidente del club chiedendo un cambio della guida tecnica.
La risposta dalla dirigenza però avrebbe a quanto sembra chiuso la porta alla denuncia delle giocatrici tacciando le problematiche esposte di debolezza della “mentalità femminile” non in grado di sopportare la tensione. Lo riporta L Football
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