Durante il talk istituzionale “Sport, Crescita e Sviluppo”, organizzato al Rettorato dell’Università degli Studi di Cagliari in occasione della prima edizione del trofeo dedicato a Gigi Riva, il presidente del Cagliari, Tommaso Giulini, ha parlato a lungo delle sfide del calcio italiano e del valore della sostenibilità, citando in particolare la Fiorentina come esempio virtuoso e raro nel panorama attuale.
“Si sente parlare spesso dei fondi americani, che arrivano però a rilevare società decotte da rimettere in sesto. La Fiorentina è un esempio raro, tenuta sana dai Della Valle e poi da Commisso. Tutti i casi in cui sono intervenuti i fondi erano società sull’orlo del precipizio”, ha sottolineato Giulini, mettendo in risalto come il club viola rappresenti una delle poche realtà italiane che, pur non essendo nelle mani di fondi o gruppi speculativi, ha mantenuto un equilibrio economico e progettuale.
Il presidente rossoblù ha poi ampliato la riflessione parlando del ruolo delle piccole e medie realtà calcistiche italiane:
“Penso che per città come Cagliari, Lecce, Empoli siamo rimasti in pochi highlander italiani. E questo non significa ammazzare i sogni dei tifosi, ma fargli capire che la sostenibilità è la via per mantenere la solidità all’interno dell’azienda”.
Nel corso del suo intervento, Giulini ha anche ricordato Gigi Riva e l’importanza di tramandarne l’eredità:
“Da quando è mancato Gigi sentiamo la responsabilità in più di tramandare i suoi valori e quell’identità. Lo Scudetto del 1970 è stata una rivoluzione sociale per la Sardegna: in questi due anni senza di lui siamo ripartiti lavorando su radici, senso di appartenenza e sostenibilità sotto tutti i punti di vista”.
Infine, ha chiuso con una metafora forte, ispirandosi al celebre scrittore Manuel Vázquez Montalbán:
“Vázquez Montalbán definì il Barcellona come ‘l’esercito non armato della Catalogna’. Ecco, a noi piace sentirci l’esercito pacifico della Sardegna: in questi tempi di guerra ci piace pensare di trasmettere quel senso d’appartenenza, quei valori e quell’identità che tutti i sardi, con grande sacrificio, portano avanti ogni giorno”.