Ammirazione, orgoglio, fede. E Moise Kean. Raffaele Palladino guarda con sincera speranza alla partita di ritorno contro il Betis di giovedi prossimo. A Siviglia la Fiorentina ha perso 2-1. Poteva crollare, è rimasta in piedi, ha restituito un colpo agli spagnoli e la prossima settimana, una volta affrontato il complicato ostacolo Roma, spera di salire sulle spalle del suo attaccante e di farsi trascinare dal popolo viola alla terza finale consecutiva di Conference League. Non sarà facile, e si sapeva. L’ambiente pazzesco del Benito Villamarin ha rischiato di travolgere la Fiorentina, ma la squadra di Palladino ha mostrato carattere e forza morale. Kean è entrato dopo l’intervallo e ha cambiato la Viola. Ma prima di tornare sul centravanti dobbiamo recapitare la cartolina inviata dal capitano Luca Ranieri.
Con l’arbitro pronto a fischiare l’inizio della gara, Ranieri ha riunito i suoi e li ha condotti in una rapida incursione nella metà campo avversaria per andare sotto lo spicchio occupato dai tifosi viola. Voleva spezzare l’incantesimo, esorcizzare il potere dell’onda verde. Un gesto inusuale in quel frangente, e significativo. Nella ripresa col Betis sul 2-0 per i gol di Abde e Antony e vicinissimo al terzo gol, Ranieri ha raccolto un invito di Gosens e ha accorciato le distanze, il suo secondo gol nelle ultime tre uscite in Europa. La rete che tiene in vita una Viola scossa, alle corde ma non al tappeto. Il brasiliano Natan, centrale del Betis in prestito dal Napoli, ha ammesso con onestà le difficoltà incontrate nel cercare di fermare Kean, e per la Fiorentina sarebbe importante anche il recupero di Dodo, che Palladino ritiene possibile. A Siviglia Parisi spostato a destra ha sofferto la vitalità di Abde e non ha sfruttato al meglio gli spazi offerti dal Betis. Ma la Fiorentina è viva, eccome. Lo scrive La Gazzetta dello Sport.