In un momento così delicato della stagione, è naturale che molti tifosi facciano il paragone con il 1992-93, l’ annata in cui la Fiorentina retrocessione in Serie B nonostante una rosa di altissimo livello: nomi come Gabriel Batistuta, Francesco Baiano, Stefan Effenberg e Brian Laudrup sembravano garantire tutt’altro che una retrocessione. Eppure, quella stagione è spesso citata come un avviso per i periodi di crisi, anche se il paragone con oggi è solo parziale.
La Fiorentina del 1992-93 era seconda in classifica a gennaio, ma poi arrivò la rottura con Gigi Radice e l’arrivo di Aldo Agroppi. La squadra, già forte, non si legò al nuovo allenatore e cominciò un crollo, perdendo quasi tutte le partite fino alla retrocessione. In quel campionato c’erano 18 squadre, quindi la probabilità statistica di finire tra le ultime era più alta.
In realtà, se si cerca un parallelo più realistico con un periodo di crisi simile ma affrontato con una mentalità diversa, la stagione da guardare è quella del 1989-90. Anche allora la Fiorentina visse notevoli difficoltà in campionato, lottando per non retrocedere fino all’ultima giornata. In quel frangente, nelle ultime quattro partite, la squadra fu affidata a Ciccio Graziani, subentrato a Bruno Giorgi, mentre il percorso europeo era ancora in corso: la Fiorentina raggiunse la finale di Coppa UEFA, persa poi contro la Juventus di Avellino, un’impresa che dimostrava come, nonostante un campionato complicato, la squadra potesse competere ad alti livelli.
Per chi oggi guarda alla Fiorentina, la lezione è chiara: se la stagione dovesse complicarsi, il modello da seguire non è quello della retrocessione inevitabile del 1992-93, ma la capacità del 1989-90 di resistere, lottare fino alla fine e, magari, ottenere anche soddisfazioni internazionali.
La speranza per il presente è quindi duplice: salvezza in campionato, non necessariamente all’ultima giornata ma con margine, e un percorso europeo che non si limiti alla finale ma che possa essere vinto. Così, l’attualità potrebbe trasformare una stagione difficile in un’opportunità di crescita e di traguardi importanti, prendendo esempio dai momenti più difficili ma anche più esaltanti della storia viola.
