Un vecchio adagio del calcio diceva: datemi un portiere ed un centravanti, e vi costruisco la squadra. Questo nell’immediato dopoguerra quando, spesso e volentieri, lo schema prevedeva: lancio del portiere verso l’attaccante e chi s’è visto s’è visto. Poi, nel corso degli anni, i moduli hanno preso il sopravvento e l’adagio è cambiato… “le partite si vincono a centrocampo”, si cominciò a dire. Ed ecco che, al portiere ed al centravanti, si aggiunse il centromediano metodista, il vertice basso, il regista. Ora, traslando il tutto in chiave viola, fino a poche ore fa almeno il portiere lo avevamo. Da oggi, invece, anche il buon Dragowski, che per anni ci ha ammorbato con le sue (legittime) pretese da titolare, sembra non gradire la maglia viola. O meglio, preferirebbe quella del Bornemouth. In sintesi: vorrebbe andare in Premier League e guadagnare più soldi. Piccolo fulmine a ciel sereno, ma a Moena sono di casa. A centrocampo, sfumato De Rossi, con Bennacer ammaliato dal blasone milanista, il piatto piange. Anche perchè il 33enne Biglia si infortuna spesso, e Badelj si scontra con una questione di principio (come ebbe a dire Pradè durante la sua presentazione: “lo abbiamo perso malamente a zero. Ora andare a ricomprarlo, non so…”). Aspettiamo, anche perchè la parola “pazienza” è il nuovo mantra: dopo progetto, plusvalenza ed autofinanziamento, il termine “pazienza” regna sovrano su qualsiasi isterismo o fregola che dir si voglia. Tanto che Pradè ha addirittura esagerato, ponendo il limite del primo acquisto al 10 di agosto. Caro Daniele, non ci crede nessuno. Ma andiamo avanti. Chiudiamo con l’attaccante. Qui, oltre a non avere il soggetto, non abbiamo neppure il predicato verbale e complemento oggetto. In soldoni: che tipo di attaccante vuole la Fiorentina? Di movimento? Di sfondamento? Che aiuti la squadra e che rientri? Oppure che faccia reparto da solo concretizzando il gran gioco (si presume) collettivo? Premesso che uno come Marco Van Basten non si trova facilmente, si cerca uno come Ljajic o come Toni? Uno come Jovetic o come Mario Gomez? Noi propenderemmo per la seconda, memori di un’altra frase di Pradè che ha candidamente confessato: “Io il fallimento Gomez me lo sento addosso…” Per questo pensiamo che si voglia rifare, provando la stessa trama con attori diversi. Quantomeno scarteremmo a priori l’attaccante piccolino alla Jovetic (appunto). Da qui ad andare su Pavoletti o Milik (l’ultima suggestione di fantamercato) ce ne corre, ma un Inglese (che possibilmente faccia più reti) ci potrebbe tranquillamente stare.
- Torniamo al principio: Dragowski punta i piedi, e così da due portieri giovani e promettenti, la Fiorentina si ritrova col solo Terraciano… conclamata riserva. Ennesimo spunto di Pradè: “sapete perchè non ho preso Viviano? Perchè sarebbe stato ingombrante per Drago, e poi ve lo immaginate Emiliano in panchina in un Fiorentina-Juventus? E chi ce lo tiene…” Detto fatto, al momento Emiliano Viviano giocherebbe non solo l’andata, ma anche il ritorno contro i bianconeri. Tradotto: o mi sveno per Perin (ammesso che ne valga la pena), sennò riesumo l’idea Viviano che, per bocca dello stesso DS viola, a Firenze ci tornerebbe di corsa.
Finalino oramai di prassi, al limite del noioso, su Federico Chiesa. Il ragazzo è in ferie (beato lui), il padre tace, la proprietà aspetta, e Firenze si spacca. Strano? Assolutamente no. Anzi… Dopo i Della Valle e la tranvia, la tifoseria, la stampa, la città, si dividono anche su Chiesa. Su come maneggiare il caso, su come trattarlo, su come affrontare la volontà del ragazzo di andarsene. Irrigidirsi, puntando sui tre anni di contratto ancora in essere, oppure abbozzare un sorrisino di circostanza, ed accontentare il calciatore. Che fare? La pancia direbbe: caro Federico, ora parti per gli Stati Uniti, se vuoi allunghiamo di un anno con sostanzioso ritocchino dell’ingaggio, ed amici come prima. Altrimenti, ci porti 100 milioni e… amici più di prima. Nella prima ipotesi rischi il malcontento del ragazzo, nella seconda Commisso… 1) contravverrebbe a quanto sbandierato fin’ora. 2) comincerebbe la sua avventura in viola cedendo il pezzo da 90. Così, sic et simpliciter. E non sarebbe un bell’inizio. Insomma, questi sono i dubbi di Firenze e della tifoseria: tener duro e rischiare il muso per 12 mesi, oppure mollare e veder sfuggire l’ennesimo prodotto del vivaio? Dopo Bernardeschi, Zaniolo, Mancini, Piccini, etc, etc… ne faremmo volentieri a meno.