Critiche, musi lunghi, nasi che si storcevano e tanti diti puntati verso molti presunti responsabili. L’inizio di stagione della Fiorentina ha avuto queste caratteristiche. E, a dirla tutta, non sarebbe potuto che esserci così, visti un avvio zoppicante in Conference League e soprattutto visti i soli tre punti in quattro giornate di Serie A. Ora, però, a distanza di solo un mese, tutto è cambiato, per di più in modo totale e radicale. I toscani infatti esprimono un gioco spumeggiante e spettacolare, stanno ottenendo grandissimi risultati e stanno vedendo brillare tantissimi singoli. Ma qual è la ricetta di Palladino?
La svolta è senza alcun dubbio stata la vittoria casalinga con la Lazio. Sì, senza dubbio c’è stata un po’ di fortuna, ma è da là che i gigliati sono diventati un vero e proprio rullo compressore. Ed ecco che sono arrivate prestazioni importanti, culminate, in campionato, con le belle vittorie con Milan e Roma, quest’ultima con un roboante 5-1. Un cambiamento importante è stato il passaggio a quattro in difesa, che ha segnato anche un modificarsi dell’atteggiamento tattico. La Fiorentina è un po’ meno aggressiva, pur rimanendo alta, corta e compatta. Una distinzione che ha portato a subire meno gol e a diventare più concreti in fase offensiva, sfruttando transizioni e attaccando a campo aperto. E anche in Conference questo sta dando risultati. La vittoria spettacolare per 4-2 sul campo del San Gallo ne è la perfetta dimostrazione. Insomma, la famosa quadra è stata trovata.
A prendersi la scena sono molti singoli, con una rosa che si sta dimostrando di alto livello e molti acquisti totalmente azzeccati. A centrocampo Bove e Cataldi si sono inseriti fin da subito alla perfezione, mentre Colpani, dopo un inizio difficile, sta pian piano iniziando a ingranare. Applausi per De Gea, che, in alcuni match, ha compiuto interventi a dir poco prodigiosi, smentendo chi lo aveva già dato per finito. La differenza però la sta facendo soprattutto Kean. L’attaccante è un vero e proprio cecchino da quando indossa la maglia viola, tanto che alla Juve qualcuno lo rimpiange. E la sensazione è che, vedendolo giocare e sentendo alcune delle sue ultime dichiarazioni, possa fare e dare ancor di più. Sensazione che aumenta se si pensa che, a oggi, i viola hanno avuto Gudmundsson a mezzo servizio. Insomma, addirittura ci sono dei margini di miglioramento. Ed ecco che diventa più che lecito chiedersi dove possa arrivare questa squadra. Fondamentale è non montarsi la testa, ma, allo stesso tempo, forse non bisognerebbe porsi troppi limiti.
In Conference, gli uomini di Palladino hanno senza alcun dubbio tutto per arrivare fino in fondo, anche se lo spauracchio Chelsea c’è e sarebbe inutile e stupido negarlo. Le due finali consecutive perse gridano però vendetta ed è giusto giocarsi questa competizione con tutte le energie, sia mentali che fisiche, possibili. E in campionato? Sembra esserci tutto per stabilizzarsi in top five, ma molto può dipendere da questo finale di 2024. La classifica, vista a inizio gennaio, potrebbe già iniziare a dare delle risposte molto importanti.