di Marco Collini
Oggi ai microfoni Labaroviola.com abbiamo il portiere della Fiorentina Women’s Stephanie Öhrström.
Buongiorno Stephanie, raccontaci quando hai cominciato a giocare a calcio..
“Buongiorno Marco,
Ero una bimba, avevo solo 5 anni. Ho cominciato perché volevo giocare insieme a mio cugino. Così quando ho avuto l’età minima per poter disputare partite sono andata al Trelleborg”.
Sei sempre stata fra i pali?
“Si, dalla prima volta fino ad oggi non ho mai cambiato”.
I tuoi idoli svedesi?
“Thomas Ravelli, il portiere della nazionale ai mondiali di Usa 94′. Il primo ricordo del calcio in tv”.
La tua carriera come è esplosa?
“Dal Trelleborg sono passata al Malmö, la prima squadra di Ibrahimovic. Poi mi sono trasferita in Italia al Verona, dove ho vinto il mio primo scudetto. Ed eccomi qua..”
Come andò la trattativa con la Fiorentina?
“Loro mi volevano l’anno prima (2015′), ma il progetto stava nascendo ed io ero campione d’Italia. Era dura lasciare quella realtà. Poi l’anno dopo hanno insistito, c’era la volontà di fare un grande percorso e così è stato”.
Ci racconti la stagione dello scudetto?
“Fin dalla preparazione capimmo che c’era quella sintonia che ti porta grandi traguardi. Siamo balzate in vetta col Brescia, in lotta fino alla fine. Poi la vittoria in casa loro nelle ultime settimane ci ha fatto capire che avremmo raggiunto il traguardo”.
Fino ad arrivare al tripudio al Franchi col Tavagnacco..
“È stato il premio della società, ci hanno regalato quella gioia allo stadio. Indimenticabile!”
Che rapporto hai coi tifosi viola?
“Sono incredibili, ci seguono anche in trasferta. Nel femminile non è una cosa comune. Basta che ci sia il viola e la gente ci sostiene, uomini o donne non fa differenza”.
Come vivevi questa stagione prima dello stop?
“È un peccato, avevamo vinto il quarto di finale d’andata col Milan. Sentivamo che i meccanismi cominciavano a funzionare..”
Come passi le giornate al tempo del Coronavirus?
“Io ho bisogno di darmi delle regole ferree per motivarmi. Così dopo colazione; faccio yoga; pranzo; allenamento e poi relax. Mi piace leggere libri di autori svedesi”.
Cincotta col suo staff vi fa allenare molto insieme?
“3-4 sedute a settimana sono organizzate in gruppo, così da frequentarci seppur a distanza”.
Nel gruppo delle giovani, c’è la Öhrström del futuro?
“Devo dire che le seguo tutte, alleno le giovani portiere dai 14 anni in su. Nomino Rebecca Tinti, ha un fisico che ricorda il mio. Mi piace chiamarla “Mini-me”.
Tornando a te, sogni di chiudere la carriera in viola?
“Qua sto benissimo, mi sento a casa. Ma penso di poter giocare ad alto livello ancora tanto tempo”.
Nello spogliatoio pensate che il campionato riprenderà?
“Non lo sappiamo, dobbiamo viverla come se a breve ci dessero di nuovo il via”.
Avete conosciuto la nuova proprietà, che sensazione vi ha fatto Rocco Commisso?
“Una persona di grande carisma, riesce a farti sentire a casa. Ci ha detto quanto ci tiene a noi. Viene da un Paese in cui il calcio femminile ha grande importanza”.
Ci pensi alla Nazionale svedese?
“Ho fatto la trafila dalla U21 a quella maggiore. Non ho esordito purtroppo. Potevo essere italiana..”
In che senso?
“La Federazione mi cercò dicendomi che potevo avere il doppio passaporto, così l’ho ottenuto. Solo che poi non sono mai stata chiamata. Ci sono stata male. Anche perché nel frattempo ho detto di no un paio di volte alla Svezia. Oramai è acqua passata. Ho dato di nuovo la disponibilità ai gialloblu, non è facile che mi accettino di nuovo”.
Guarda la cosa al positivo, sarai tutta viola..
“Si il mio unico pensiero è per la Fiorentina ed il mio cane Mojito, il quale mi fa tanta compagnia..”