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Labaro viola: il mondo viola minuto per minuto
Da colpo estivo che “voleva fare 30 goal” a flop assoluto: Firenze, ti ricordi di Luka Jović  ?

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Da colpo estivo che “voleva fare 30 goal” a flop assoluto: Firenze, ti ricordi di Luka Jović ?

Redazione

26 Novembre · 10:38

Aggiornamento: 26 Novembre 2025 · 10:38

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Luka Jovic

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Luka Jović torna al Franchi da grande ex nella sfida tra Fiorentina e AEK Atene, e il suo nome continua a dividere i tifosi viola. Arrivato a Firenze con aspettative altissime, presentato come il colpo offensivo della stagione, il serbo era stato accolto come un attaccante in grado di rilanciarsi dopo il periodo complicato al Real Madrid. In conferenza e nelle prime interviste aveva detto parole importanti: “Vlahović mi ha parlato bene dei tifosi, sono tra i migliori in Italia. Spero di non deluderli. Il mio obiettivo è fare almeno 30 gol.” Obiettivi lontani dalla realtà, anche se la sua stagione viola non fu totalmente da dimenticare: chiuse con 12 reti, e per quanto considerato un flop, quella resta comunque la seconda miglior stagione realizzativa della sua carriera recente, segno che un minimo di rendimento dentro il sistema di Italiano lo aveva trovato.

Restano però episodi controversi che hanno segnato il suo rapporto con la piazza. In Conference League fu protagonista di un’esultanza polemica verso la Fiesole, come a zittire il pubblico. E rimarrà scolpita nella memoria dei tifosi la serata della finale di Coppa Italia contro l’Inter, quando sbagliò due gol che avrebbero potuto cambiare la partita: un marchio che ne ha condizionato per sempre la percezione a Firenze.

Jović ha provato a raccontare la sua versione in un’intervista a Mozzart Sport, spiegando le difficoltà incontrate nel sistema viola: “Preferisco giocare con due attaccanti, fare la punta arretrata con più libertà. Non ho il fisico per giocare da solo davanti. Posso attaccare lo spazio cinque volte, non venticinque. E questo mi ha creato problemi alla Fiorentina.” Il serbo ha poi parlato della rottura finale dopo l’amichevole con la Stella Rossa: “Siamo arrivati a Belgrado alle sei del mattino, eravamo stanchi e dopo mezz’ora perdevamo 5-0. A fine gara sono andato nello spogliatoio della Stella Rossa e ridevo. Da lì alcuni dirigenti hanno fatto chiamare gli agenti dei miei compagni dicendo di non frequentarmi più: ‘Non è positivo, non pensa alla squadra’. Tutto senza senso.” Una ricostruzione che mostra un altro punto di vista su quegli episodi che a Firenze erano stati letti come mancanza di professionalità.

Dopo l’addio ai viola è passato al Milan a parametro zero, dove ha vissuto due stagioni poco brillanti tra alti e bassi. Anche i rossoneri hanno deciso di non proseguire con lui, lasciandolo svincolato. È ripartito ancora una volta gratis, questa volta con l’AEK Atene, dove però il rendimento non sta brillando: finora sono arrivati solo 4 gol, troppo pochi per parlare di vero rilancio. Domani farà ritorno al Franchi da avversario, affrontando una Fiorentina a cui aveva già segnato nel 2-2 di San Siro con il Milan.

Il rapporto tra Jović e Firenze resterà sempre sospeso tra promessa e rimpianto. Un talento evidente ma mai completamente espresso, un attaccante che avrebbe potuto dare molto di più, ma che comunque qualche segnale lo ha lasciato. Per questo la sua figura continua a dividere, e il suo ritorno al Franchi non sarà mai una partita come le altre.

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