Doveva essere la partita della svolta, invece è sembrata quella della resa. La peggior Fiorentina della storia (lo dicono i numeri) è riuscita nell’impresa di battere sé stessa e calpestare anche quel briciolo d’entusiasmo nato dall’esodo al Mapei di Reggio Emilia. Se la squadra non esiste però, non possono bastare i megafoni, gli appelli o i patti a farle cambiare rotta. I segnali arrivati ieri infatti sono i peggiori possibili. La squadra non gioca, non reagisce, non gestisce il risultato (16 punti persi da situazioni di vantaggio) non ha idee ma solo enormi fragilità. In poche parole, non esiste. La zattera viola naviga nella tempesta e giocando così il rischio di affondare è altissimo. Anche perché ancora una volta è bastato un soffio di vento per spazzar via le fragili illusioni arrivate dal gol di Mandragora. È una squadra triste, questa Fiorentina. Kean non segna e non c’è più (ci siamo accorti della sua presenza solo nel pessimo battibecco sul calcio di rigore),
De Gea ha responsabilità chiarissime, Gudmundsson continua a essere un fantasma, Fagioli ha l’aspetto perenne di un pulcino bagnato e anche Vanoli (ma perché non cambiare assetto?) sembra il Pioli 2.0: da lui la Fiorentina ancora non ha avuto nulla. Esattamente come non ha avuto nulla dalla società, anche in questi giorni concentrata più sul negare l’evidenza («Siamo a un passo dal trovare la chiave», aveva detto in settimana il d.g. Ferrari) che a trovare soluzioni. Servirebbe la presenza del presidente, ma non sarà possibile averla.
Servirebbero manager abituati a gestire situazioni così difficili, ma le scelte fatte sono andate in direzione opposta. Il neo d.s. Goretti ieri ha annunciato «decisioni drastiche» confermando però Vanoli in panchina. La serie B nel frattempo è qualcosa più di uno spettro. Attaccarsi all’orgoglio fiorentino, al tam tam per riempire il Franchi in vista della disperata partita di fondo classifica contro il Verona, potrebbe essere facile retorica. Ma dopo lo strazio del Mapei, è davvero durissima pensare che anche una vittoria contro l’Hellas, possa bastare a rianimare una squadra che nella testa pare essere già retrocessa: «Ma quanta paura abbiamo?», ha urlato Vanoli ai suoi collaboratori in panchina dopo l’ennesima scelta sbagliata dei suoi giocatori. Ecco, quella paura, ora più che mai, ce l’ha anche la città. Lo riporta il Corriere Fiorentino.
