Trentanove anni, 7 mesi, 6 giorni e non sentirli. Edin Dzeko è ripartito dalla certezza di una vita calcistica, ovverosia il gol. Il punto del 2-0 siglato dal bosniaco nella piovosa serata di Vienna ha consentito alla Fiorentina di legittimare la prestazione del primo tempo e la rete di Ndour, e assicurarsi una ripresa più in controllo, anche per la prevedibile reazione del Rapid. Per il classe 1986 quello dell’Allianz Stadion è stato il secondo gol in stagione (il primo lo aveva siglato nel 3-2 del preliminare di ritorno contro il Polissya) in una gara in cui ha condiviso l’attacco con Piccoli. Sui movimenti col compagno di reparto si sono visti dei passi in avanti, non a caso Dzeko si è destreggiato in un paio di occasioni anche da rifinitore. Curioso che l’assist per il più esperto in campo sia arrivato dal più giovane dei vi-ola, quel Niccolò Fortini classe 2006 autore del cross da cui è arrivato il destro vincente di Dzeko.
In Bosnia l’attaccante gigliato è soprannominato «Bosanski dijamant», il «Diamante bosniaco», un soprannome corroborato da una carriera da 29 gol in Champions, 24 in Europa League, Coppa Uerae, con quello di leri, 3 in Conference. Ora arriva però il bello, perché la parentesi europea ha si consentito ai viola di avere risposte incoraggianti dai singoli e dal collettivo, ma il campionato esige risposte di ben altro spessore, anche per lo stesso Dzeko: l’ex Fenerbahce ora deve ora ambire a diventare una risorsa anche in serie A, dove fin qui è stato limitato ad appena g1 minuti disseminati in 6 presenze (senza mai scollinare oltre i 45 minuti giocati con il Napoli).
In questa veste da partner d’attacco della prima punta Dzeko non ha certo bisogno di affinare alcunché, ma in termini di conoscenza calcistica con Piccoli o Kean i margini di miglioramento certo non mancano. Intanto Pioli può godersi un calciatore apparso in crescita anche fisicamente, come testimoniato dai 76 minuti giocati e dalla qualità degli stessi: la prova di Dzeko è insomma uno dei sorrisi che la Fiorentina si porterà dietro da Vienna. Lo scrive il Corriere Fiorentino.
