Un’idea, quella di affidarsi a Paratici, riconducibile in primis a Roberto Goretti. Era questo insomma, il primo passo di quel programma da organizzare su base triennale per il quale l’attuale d.s. chiedeva il via libera della proprietà. Perché per creare una struttura solida, e credibile, servono prima di tutto professionisti di primo livello. Si conoscono (e si stimano) da un pezzo, i due, e insieme avranno il compito-dovere di ricostruire (uno con compiti più di gestione a 360 gradi, l’altro con mansioni operative sul mercato e sul campo) la Fiorentina. A partire, va da sé, da gennaio. Con una priorità: sfoltire la rosa. E una necessità: tenere insieme il piano tecnico (si vorrebbero inserire almeno 4-5 volti nuovi) e quello economico. Soldi da spendere infatti non ce ne sono e si potrà investire solo quanto si incasserà.
Cresciuto come capo dell’area scouting alla Sampdoria, ha scalato ruoli e gerarchie fino (di fatto) a raccogliere l’’eredità di Marotta alla Juventus. Una storia finita malissimo, quella, con la squalifica di 30 mesi appena finita di scontare e le accuse di aver rovinato i conti (a partire dalla maxi operazione Ronaldo) del club bianconero. Prima però, aveva collezionato colpi, intuizioni felici e perché no, qualche litigio. Quello con Sarri, per dirne uno. A proposito. L’intenzione è andare avanti con Vanoli ma nel calcio, si sa, sono e saranno sempre i risultati a decidere. Lo riporta il Corriere Fiorentino.
