Chi lo conosce giura di non averlo mai visto così contrariato. Perché Moise Kean è uno che quando si mette in testa qualcosa difficilmente rinuncia e quanto successo di recente ne è forse la miglior dimostrazione possibile. È stato lui infatti, ovviamente col via libera dei dottori, a insistere per volare a Mainz e per giocare (almeno) uno spezzone di gara. Anzi. Fosse stato per lui, sarebbe sceso in campo dall’inizio. Un atteggiamento che testimonia quanto il centravanti viola senta forte su di sé il peso di responsabilità, aspettative e di quanto voglia caricarsi la squadra sulle spalle e trascinarla fuori dalla crisi ma che, purtroppo, ha pagato caro. Una botta lì dove accusava già un piccolo ma noioso fastidio, lo stop, l’assenza a Genova e la rinuncia alla Nazionale. Anche questa, particolarmente dolorosa.
Certo, nemmeno lui si aspettava l’intervento in gamba tesa del c.t. Gattuso (si erano parlati al telefono) ma di sicuro ne ha condiviso il rammarico. Moise infatti sente tantissimo la maglia azzurra, ha il Mondiale in cima ai suoi pensieri e la sfida (poi mancata) con Haaland lo stimolava da pazzi. Inutile però star qua a rimpiangere quello che poteva essere e non è stato. Lo scrive il Corriere Fiorentino.
