La Fiorentina ha presentato un ricorso urgente per fermare i lavori di ristrutturazione dello stadio Franchi, citando danni economici significativi. Il direttore generale del club, Alessandro Ferrari, ha spiegato che la riduzione della capienza dello stadio a 22 mila spettatori per la stagione 2024-25 comporterebbe perdite di ricavi tra i 9 e i 13 milioni di euro. Inoltre, la convenzione con lo stadio scadrà nel maggio 2025, lasciando incerto dove giocherà la squadra successivamente. L’ammodernamento dello stadio non è completamente finanziato, aumentando il rischio di lavori incompiuti.
In mezzo a questo polverone si è inserita la misura cautelare a carico della Cobar (Costruzioni Barozzi spa), società barese capofila del raggruppamento temporaneo che con la Sac di Roma si è aggiudicata l’appalto per i lavori al Franchi. Il gip di Salerno ha interdetto la Cobar per un anno, con divieto di contrattare con la pubblica amministrazione. La misura risale alla fine di maggio ed è arrivata nell’ambito dell’inchiesta sui lavori di appalto per la nuova Cittadella della Giustizia di Salerno in cui i pm ipotizzano le accuse di illecito subappalto, frode in pubbliche forniture nei confronti di cinque persone tra cui Vito Matteo Barozzi, 66 anni, legale rappresentante della Cobar.
Da Palazzo Vecchio spiegano che il Comune non ha intenzione di prendere provvedimenti di autotutela, poiché essendo una misura cautelare (quella disposta dal tribunale di Salerno) non si riscontrano motivi, a oggi, per sospendere o rallentare i lavori, tenendo anche conto del fatto che dalla ditta il provvedimento di interdizione è stato impugnato al tribunale del Riesame. A Napoli, invece, non la pensano come a Firenze,tant’è che lo scorso 11 giugno gli appalti affidati alla Cobar nel capoluogo campano sono stati sospesi e, su indicazione dell’avvocatura comunale, si avvierà il procedimento di risoluzione del contratto. Lo scrive il Corriere Fiorentino.
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