Eh sì, il segnale la formazione di Pioli lo deve dare, sa che è un obbligo o quasi per iniziare a ricompattare l’ambiente nel segno di un’unità di pensiero, d’intenti e di azioni messa a dura prova dai risultati deludenti in campionato. Lo sa il tecnico parmigiano per primo non avendo nulla da imparare sotto il profilo della conoscenza delle cose di calcio e uno come lui non si nasconderà mai, dalle 23 di domani sera quando avrà la mente a quella, che Fiorentina-Roma rappresenta un bivio.
Anche per se stesso. Per dare credito alle proprie idee, per dare forza alla “fiducia illimitata” espressa dalla società per bocca del direttore sportivo Pradè dopo l’1-2 col Como e i fischi e i cori di dissenso del Franchi, per infilare dalla parte giusta quel bivio che gli apparirà davanti – a lui e ai calciatori chiamati come e ancora di più a dare quel segnale di cui sopra – intorno alle 17. Con due direzioni: un successo sui giallorossi porta a due trasferte a Milano nel giro di dieci giorni – intervallate dall’arrivo del Bologna a Firenze – per vedersela con spirito rinfrancato e rinnovate ambizioni prima con i rossoneri e poi con i nerazzurri. Una sconfitta porta verso il dubbio. Lo scrive il Corriere dello Sport.