Quello che sta succedendo alla Fiorentina è inaccettabile. I dati sono terrificanti, ancora ultimo posto con 6 punti in 14 partite, non ne vince una da 195 giorni, peggior difesa della Serie A, persi 16 punti da situazione di vantaggio come ieri pomeriggio (16 punti lasciati lì per tremarella), decimo gol subìto su sviluppi da calcio piazzato. Ma soprattutto la conferma di qualcosa che fa ancora più paura: la Fiorentina non è una squadra. Non lo era con Pioli e non lo è con Vanoli. Nessuno sa cosa può succedere per tirarsi un po’ su, per togliersi almeno dall’ultima posizione, perché se va avanti così non solo retrocede, ma lo fa con largo, larghissimo anticipo. La sensazione che dà oggi la Fiorentina è doppia, da una parte l’incapacità di giocare, dall’altra l’impossibilità di vincere. Mancano cinque partite alla fine del girone d’andata, per rientrare nella lotta salvezza servono 12 punti. Bisogna che il mondo si ribalti al Viola Park.
A Reggio Emilia già il vantaggio ha fatto capire che qualcosa dentro non va. Rigore per i viola su uscita maldestra (l’unica sbagliata, perché le altre sono state sicure e tempestive) di Muric che ha steso Parisi con un pugno. Rigore. Lo batto io, no, lo batto io: sgradevole discussione fra Mandragora e Kean davanti al dischetto, tanto ché prima è intervenuto Fagioli e poi Ranieri, da capitano, è andato a trascinare via il centravanti. Mandragora ha segnato, tutti hanno esultato, tranne Kean che è tornato a metà campo con lo sguardo basso. Non proprio un segnale di unità.
