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Comuzzo, un ‘mastino’ da recuperare e il precedente storico di Vanoli con Škriniar

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Comuzzo, un ‘mastino’ da recuperare e il precedente storico di Vanoli con Škriniar

Redazione

16 Novembre · 14:31

Aggiornamento: 16 Novembre 2025 · 14:31

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La sconfitta dell’Italia con l’under 21 ha acceso di nuovo i riflettori su Pietro Comuzzo, autore di un errore pesante che ha contribuito al risultato negativo della Nazionale. Un episodio che fotografa bene il momento del giovane difensore della Fiorentina: poche presenze, rendimento calato e un percorso che, negli ultimi mesi, si è complicato più del previsto.

Comuzzo sta vivendo una stagione difficile, e le cause non sono soltanto individuali.
Diversi elementi, infatti, si intrecciano: il poco e discontinuo utilizzo da parte di Pioli, che non ha più puntato su di lui come nella prima metà dello scorso anno. L’adattamento complicato alla difesa a tre, modulo in cui il classe 2005 fatica a esprimere le sue qualità naturali. Le turbolenze del mercato estivo, dove era arrivata un’offerta da 25 milioni dall’Arabia che la Fiorentina avrebbe accettato molto volentieri (Pradè docet), ma che non si è concretizzata. Una situazione che inevitabilmente ha pesato sulla serenità del calciatore.

Un quadro complesso, che affonda le radici già nella scorsa stagione: nella prima parte, con difesa a quattro, Comuzzo era stato titolare fisso accanto a Ranieri, offrendo prestazioni di alto livello; nella seconda metà, con il passaggio alla linea a tre, il suo rendimento era calato.

Non è un dettaglio: con la difesa a quattro, Comuzzo aveva mostrato una personalità fuori dal comune per l’età. Non a caso, in quei mesi aveva attirato l’interesse di top club italiani: Napoli, che arrivò a offrire 30 milioni a gennaio, Inter, Milan e Juventus, tutte sulle sue tracce, e soprattutto la convocazione in Nazionale, ulteriore certificato del suo potenziale.

Non è un’esagerazione dire che una delle missioni principali di Paolo Vanoli sarà proprio ricostruire Comuzzo.
Non solo perché il ragazzo è un talento puro, ma anche perché è un patrimonio economico enorme: un difensore di vent’anni che ha già fatto vedere lampi da top.

Vanoli, però, non parte da zero. E ha con sé un precedente importante.

Quando Vanoli era il vice di Antonio Conte all’Inter, il reparto difensivo era sotto la sua supervisione diretta. E in quella fase c’era un caso molto simile a quello di Comuzzo: Milan Skriniar.

All’epoca, lo slovacco era un centrale perfetto per una difesa a quattro, considerato poco adatto al ruolo di braccetto in una linea a tre. Le prime settimane furono complicate, le critiche tante. Ma Conte e Vanoli ci lavorarono in modo quasi artigianale: postura, tempi d’uscita, lettura delle scalate, gestione della profondità.

Dopo mesi di lavoro meticoloso, Skriniar si trasformò in uno dei migliori difensori della Serie A nel ruolo.
Certo, parliamo di un giocatore pagato 30 milioni e con esperienza internazionale, mentre Comuzzo arriva dalla primavera e ha un solo anno di Serie A alle spalle. Però il principio resta lo stesso: con il lavoro degli allenatori e l’applicazione del calciatore, anche ciò che sembra un limite strutturale può diventare una qualità.

Ed è esattamente da qui che Vanoli vuole ripartire, ha un obiettivo chiaro: riportare Comuzzo ai livelli che l’hanno reso uno dei giovani difensori più promettenti d’Italia.
Quel ragazzo che, pur con soli una ventina di presenze in Serie A, aveva convinto mezza Serie A, segnato un gol pesante a Udine, e guadagnato la chiamata in Nazionale.

Per riuscirci, servirà: un sistema di gioco che lo valorizzi, un percorso tecnico mirato, un ambiente che gli restituisca fiducia, un allenatore capace di fargli fare un ulteriore salto mentale e tattico.

E se c’è qualcuno che può trasformare un difensore in difficoltà in un pilastro, è proprio Vanoli: lo ha già fatto, e ora la Fiorentina gli chiede di rifarlo.

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