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Christensen schietto: “Quando è arrivato De Gea, ho capito che dovevo andarmene. Sto bene in Austria ma Firenze mi manca”

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Christensen schietto: “Quando è arrivato De Gea, ho capito che dovevo andarmene. Sto bene in Austria ma Firenze mi manca”

Redazione

24 Settembre · 15:44

Aggiornamento: 24 Settembre 2025 · 15:57

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Christensen racconta il suo arrivo a Firenze, il rapporto con i suoi compagni e la scelta di lasciare la Fiorentina.

Oliver Christensen, portiere titolare dello Sturm Graz, si è raccontato a Radio Firenze Viola parlando della sua esperienza in Austria e del suo passato tra Firenze e Salerno.

Sullo Sturm Graz: “Sto bene, per me l’importante in questo periodo era giocare. Qui posso avere continuità e fare tante partite”.

L’arrivo a Firenze: “Sono arrivato (agosto 2023, ndc) per fare il primo portiere, ma non ho fatto bene come in Germania. Devo dire che ho avuto anche tanti infortuni che prima non avevo mai avuto, per questo non ho fatto bene. Ma sono stato benissimo grazie alla società, ai compagni e alla città, mi sono sempre sentito bene a Firenze. Purtroppo delle volte le cose non vanno bene anche per colpa tua, non sono contento a livello professionale ma Firenze per me rimane un ricordo bellissimo”.

Sul rapporto con Italiano e Terracciano: “Italiano sceglieva di partita in partita chi giocava, per me non era facile. Ho fatto due partite in campionato e poi qualche gara di Conference, dove secondo me ho fatto bene. Poi mi sono fatto male durante il ritiro prima della Supercoppa Italiana a gennaio. Sono tornato dopo qualche mese ed era un periodo importante della stagione, non era facile tornare. E poi Pietro (Terracciano, ndc) stava facendo benissimo. Ho un bel rapporto con lui, è un ragazzo bravissimo e un portiere forte”.

Poi è arrivato Palladino e, soprattutto, David De Gea : “Quando è arrivato De Gea, a fine mercato, ho capito che dovevo andarmene, ho cercato una squadra l’estate scorsa ma non c’è stato modo di trovarla. Ho sempre pensato alla mia priorità, giocare, purtroppo non c’era tempo per trovare una soluzione e ho passato quattro mesi fuori rosa. Lo considerò il miglior giocatore con cui ho giocato. Al primo posto metto lui e Schemichel. Non so come faccia ma è incredibile, riesce sempre ad arrivare sul pallone. Secondo me è per le sue mani, sono gigantesche”.

L’esperienza a Salerno: “Al mio esordio, ho fatto tre o quattro parate incredibili. Secondo me è stata la miglior partita della mia carriera. Ci sono giorni in cui, da portiere, pensi: oggi non mi puoi fare gol. Quello era uno di quei giorni”. Alla fine però siamo retrocessi. Eravamo in ritiro pronti a sfidare il Frosinone, poi è cambiato tutto, abbiamo aspettato settimane per capire contro chi avremmo giocato, è stato difficile per noi giocatori e per i tifosi. Alla fine abbiamo perso e non abbiamo giocato bene, non so se per la forza della Samp o per una questione mentale”.

Sulla Fiorentina attuale: “Pioli e Palladino per certi versi sono anche allenatori simili, con stessa impostazione della difesa. Però non saprei dirvi se questa squadra sia più forte di quella dell’ultima stagione, è ancora troppo presto, ho visto che non sono partiti bene ma spero che vincano tante partite, anche l’anno scorso eravamo partiti male”.

Su Martinelli: Umile, è un ragazzo molto tranquillo ma con tanta qualità, un gran talento con tanto futuro davanti. Non so se ha fatto bene a non andare via in prestito ma è difficile muoversi da Firenze.

Su Firenze: “Mi mancano tante cose. Il cibo, il meteo, il vino, è tutto più buono lì. E la città è bellissima. Il posto più bello è Santo Spirito, mi son divertito tanto”.

Conclude: “Saluto tutti, auguro solo il meglio ai tifosi, ai giocatori e a tutta la Fiorentina”.

 

 

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