Non sarà di certo l’Old Trafford, ma il contesto è comunque più consono rispetto al diroccato e semi-deserto Franchi o alla modestissima Pancho Arena di Felcsut, i primi due stadi in cui è stato protagonista col giglio sul petto. Dal nuovo Gewiss Stadium di Bergamo potrebbe partire una nuova era per la porta della Fiorentina: contro l’Atalanta è atteso il debutto in campionato di David De Gea, finora portiere (ed eroe) di Conference League.
La settimana abbondante di lavoro al Viola Park è servita a Raffaele Palladino per sciogliere un dubbio che si portava appresso dall’inizio della sua avventura: come gestire la rotazione tra i pali? Nelle prime cinque, la divisione è stata semplice: a Pietro Terracciano il campionato, a De Gea l’Europa, intesa come il doppio incrocio contro la Puskas Akademia. Adesso però che per tre settimane si respirerà solo in ragione della Serie A – col livello di difficoltà che si alzerà rispetto all’inizio soft – il tecnico viola è deciso a far valere il curriculum dello spagnolo.
Contro l’Atalanta, in una sfida proibitiva e in un contesto complicato, come quello della festa nerazzurra per l’inaugurazione della sua nuova casa, i guantoni peseranno ancor di più. Per questo De Gea, uno da 545 partite con lo United e più di cento nelle coppe europee, sembra il più indicato. Dopo Bergamo ci sarà l’altrettanto delicata sfi da contro la Lazio e poi il derby con l’Empoli, prima dell’avvento della Conference.
Per questi tre impegni De Gea parte favorito rispetto a Terracciano, che gode comunque della piena fiducia del tecnico e di un patto non scritto stipulato al momento del rinnovo fi no al 2026, ovvero quello di giocare con continuità; è possibile allora che, in vista della seconda cinquina di impegni (Atalanta, Lazio, Empoli, New Saints, Milan) al numero uno viola tocchino due gare, mentre all’andaluso tre.
Nelle idee di Palladino l’alternanza sarà “ragionata” e i big match potrebbero avere un solo padrone, ovvero la leggenda dello United. Lui, nel frattempo, ha tagliato il primo mese a Firenze, città nella quale si è già immerso in toto. In particolare al Viola Park: lì De Gea è già diventato un’istituzione, per i più giovani soprattutto (Martinelli in primis), ma anche per i compagni più esperti.
Nel frattempo, mentre sui social incassa di continuo piogge di messaggi provenienti da Manchester, dove il popolo dei Red Devils lo prega di tornare alla casa base, lui – barba folta e libro sempre appresso per i corridoi del Viola Park – sembra rappresentare sempre di più una fi gura mistica per chi lo circonda, aumentando di giorno in giorno il suo ascendente su spogliatoio e ambiente, in attesa che la gerarchia tra i pali possa ribaltarsi già da domenica prossima. Lo scrive Il Corriere dello Sport
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