C’è qualcosa di simbolico nel crollo della Fiorentina a San Siro. Sessanta minuti di resistenza “operaia” poi il buio. E’ come se la Viola avesse raccontato in un’unica partita l’intera sua stagione: coraggio a tratti e confusione costante. Stefano Pioli fin dal suo arrivo ha provato tutto: dal 3-4-1-2 estivo al 3-5-2 attuale passando per vari esperimento che non hanno mai generato una vera identità. Il risultato è una Fiorentina che non sa più chi è, incapace di imporre il proprio gioco e sempre più prigioniera dei propri limiti psicologici. Quando va sotto, crolla: eccezion fatta per il pari in rimonta col Bologna, ogni svantaggio si è trasformato in sconfitta. Ancora più preoccupante il dato dei punti dalapidati: ben 11 persi da situazioni di vantaggio, come se la paura fosse una costante. I numeri sono impietosi: peggior difesa del campionato (15 gol subiti come l’Udinese) e attacco più sterile dell’era Commisso con soli 7 gol in 9 giornate. L’illussione di un gruppo maturo si è dissolta presto, lasciando spazio a una squadra smarrita. Pioli ha parlato di “fase di transizione” ma la realtà è che la Fiorentina è un pericoloso cantiere senza progetto come riportato da La Nazione
