Paolo Vanoli, parlando della Fiorentina e in particolare di Albert Gudmundsson, ha affrontato un tema chiave: perché la squadra non ha ancora visto la miglior versione dell’islandese. Il tecnico è stato chiaro:
“Certe volte si sbaglia a giudicare le prestazioni in nazionale perché si vedono gli highlights o i tabellini. Il passaggio che deve far lui è capire che i campioni sono quelli che nei momenti difficili ti trascinano fuori. Io da Albert pretendo questo, perché ha qualità ed è importante per questo gruppo. Sono convinto che alla fine ci darà grandi soddisfazioni, ma deve diventare questo. E da lui, come da altri, mi aspetto questo. Dai giovani mi aspetto energia, ma anche lo sbaglio. Da loro mi aspetto che nei momenti chiave siano dei trascinatori”.
Vanoli sottolinea che non basta il talento: serve leadership, continuità e capacità di fare la differenza nei momenti difficili. Non solo Gudmundsson, però, è chiamato a rispondere presente: il tecnico coinvolge tutti i giocatori più rappresentativi della rosa, tra cui De Gea, Ranieri, Gosens, Dodô, Fagioli, Mandragora e Kean, chiedendo ai senatori di trascinare i giovani e guidarli con il proprio esempio. Alcuni sono leader tecnici, altri carismatici o più esperti, ma tutti devono assumersi responsabilità e contribuire a tirare fuori la squadra dalla situazione attuale. Con queste parole Vanoli combina motivazione e responsabilizzazione, caricando i giocatori ma allo stesso tempo richiamandoli all’impegno: il valore va dimostrato adesso, nelle partite difficili, non solo nelle giornate perfette. Il messaggio è chiaro: la Fiorentina ha bisogno di trascinatori e ora tocca ai senatori guidare il gruppo e far emergere il meglio dai giovani.
