Durante la conferenza di ieri, Ferrari ha raccontato il pensiero di Prade negli ultimi mesi alla Fiorentina e la gestione del suo percorso: “Pradè decide già alla fine della scorsa stagione che il periodo alla Fiorentina andava verso la conclusione. Voleva chiudere in bellezza, non ha fatto credo un giorno di vacanza. Coi tifosi qualcosa si era rotto, aveva piacere di evitare di alimentare ulteriori polemiche, in cuor suo sperava di dare uno stimolo ulteriore ai ragazzi dimettendosi prima del Lecce.”
Se Pradè sapeva già a giugno che il suo percorso alla Fiorentina era destinato a concludersi, ci si può chiedere perché non abbia avuto il coraggio di dimettersi subito, come invece fece Palladino in passato. Una scelta tempestiva avrebbe permesso l’ingresso di nuove figure, capaci di dare una direzione chiara alla squadra e gestire in modo diverso il mercato estivo.
Invece, il direttore sportivo ha proseguito con le operazioni di mercato, spendendo circa 90 milioni, con 60 di passivo, e solo dopo si è dimesso, ammettendo a posteriori di aver sbagliato le scelte di mercato. Se si fosse dimesso a giugno, quegli investimenti sarebbero stati gestiti da un’altra persona, potenzialmente più efficace nel riorientare la squadra, evitando così spese pesanti e scelte poco funzionali.
