Il giornalista Alberto Polverosi, nel suo consueto editoriale per il Corriere dello Sport, ha commentato la sfida tra Fiorentina e Mainz, evidenziando la situazione estremamente delicata dei viola. Secondo Polverosi, la squadra appare smarrita, impaurita e incapace di reagire anche contro avversari sulla carta inferiori:
“La Fiorentina ha cominciato a perdere anche in Conference League, sprofondando ancora più giù in una crisi che sembra non avere una fine. Ha sbagliato in attacco e in difesa, brutta fuori e fragile dentro. Ha perso di nuovo partendo da una situazione di vantaggio, in campionato ha lasciato undici punti alle rimonte avversarie, in Germania i primi tre di questa coppa.
Perché Vanoli si rendesse conto di quale impresa dovrà realizzare per risollevare la Fiorentina, si poteva fare a meno anche di questa sconfitta, ma considerato che l’ha vissuta da allenatore viola in pectore avrà avuto modo di restarne impressionato. Non c’era modo di preparare peggio la trasferta di Genova. Uno a zero in Germania, quattro occasioni da gol sbagliate in modo assurdo, due da Piccoli, una da Kean (che ha pure segnato, ma in fuorigioco di centimetri) e una da Fazzini per colpa di Piccoli che si è messo sulla traiettoria del tiro e ha respinto meglio di come avrebbe fatto il miglior difensore tedesco.
Dentro una partita che i viola stavano vincendo, contro un avversario non proprio di uno straordinario livello tecnico, è arrivato il solito lungo momento critico, la solita incomprensibile (e inaccettabile) fragilità.
E’ bastato che il Mainz, superati i primi spaventi di inizio ripresa, aumentasse il ritmo, la velocità del giro-palla e l’energia nel pressing, è bastata questa sola minaccia, per far paura a una squadra che da settimane vive le sue partite nel terrore.
Un esempio: sull’uno a uno è entrato Comuzzo che a un certo punto, quasi da metà campo, ha dato la palla indietro al giovane portiere Martinelli, ma senza guardare dove fosse e senza calcolare la potenza del passaggio, era solo paura, e infatti la palla è finita in calcio d’angolo. La stessa paura che ha portato Piccoli a sbagliare due gol in area piccola. La stessa paura che ha fatto cincischiare prima Ranieri e poi Pongracic (quello del like sotto la notizia dell’esonero di Pioli) sul gol del pareggio dei tedeschi. Invece della solita
scarica di adrenalina del post-licenziamento, al Viola Park hanno consegnato un barile di camomilla. La dietro dormono tutti.
Ora toccherà a Vanoli, X ex terzino della Fiorentina, protagonista dell’ultima grande vittoria di questa squadra, la Coppa Italia del 2001. Lo annunciano determinato, carico, motivato, l’esatto contrario della sua nuova squadra. Paradossalmente proprio il niente della Fiorentina di oggi può agevolarne il lavoro. Di solito l’allenatore che subentra in corsa riparte da una base lasciata in eredità dal predecessore, da un modulo, da un concetto. Ma qui non c’è niente di tutto questo, così Vanoli può ricominciare tutto da zero, perché a zero si trova ora la Fiorentina. Non ha bisogno di consigli, dicono pure che abbia le idee molto chiare.
Spocchiosamente, un piccolo suggerimento glielo diamo lo stesso: non pensi di arrivare a Firenze per allenare la Fiorentina, perché non è così. Pensi invece che allenerà la peggiore squadra-non squadra di questo inizio di campionato, meritatamente ultima in classifica per risultati e gioco. Se parte da qui ha buone possibilità di salvare i viola, altrimenti sarà dura. Il resto deve essere opera della società: se qualcuno al Viola Park crede di salvarsi “perché siamo la Fiorentina” sarà l’inizio della fine.”
