Non entriamo nel merito della decisione. Roberto Goretti, ne siamo certi, è sicuramente un professionista serio e capace. Una persona che conosce il suo lavoro e che darà il cento per cento per svolgere al meglio il nuovo incarico. Noi, però, e forse non soltanto noi, ci saremmo aspettati un altro tipo di scelta. Un segnale più forte, un messaggio da mandare alla piazza, la dimostrazione che questa società ha voglia di imboccare la strada del rilancio. Pochi giorni fa, subito dopo le dimissioni di Pradè e la sconfitta con il Lecce, abbiamo fatto presente che la Fiorentina si trovava davanti ad una grande occasione con due possibili opzioni a disposizione. O non aggiungere niente, andare sulla soluzione interna e promuovere Goretti (un po’ come avvenne per il dg dopo la scomparsa di Joe Barone), oppure cambiare tutto, individuare un vero uomo di calcio e approfittarne per ristrutturare la società. Evidentemente, considerati anche i 18 milioni lordi che la società dovrà versare nelle tasche di Pioli, non c’è stata la volontà di investire in un nome di spessore.
Questo significa però che il progetto Fiorentina sta pian piano evaporando, che il club non ha voglia di rimettersi in gioco e che la società potrebbe continuare a vivacchiare in direzione di un’eventuale cessione. Se Rocco avesse voluto dare un segnale ci saremmo aspettati l’inserimento di un nome di primo piano, il cambio immediato dell’allenatore (che ancora non è arrivato) e la rivisitazione dell’organigramma viola. Che in panchina sieda Galloppa, che arrivi Nesta o Vanoli, poco cambia. Speriamo di sbagliarci, ma in questo momento, vista l’assenza di comunicazione, non possiamo pensare altro. Vorremmo piuttosto che fosse proprio Commisso a rassicurarci. In fin dei conti basterebbe un messaggio. Lo scrive La Nazione.
