Vigilia di vita o morte, sportivamente parlando. Domani pomeriggio contro il Lecce, stando alle parole del ds viola Daniele Pradè, la Fiorentina si troverà calcisticamente vicino al punto di non ritorno. Del resto i numeri inchiodano la squadra viola essendo nelle ultime posizioni sia per occasioni nitide create che per quelle concesse: quindicesimo attacco del campionato, addirittura ultima difesa con 15 reti subite in coabitazione con l’Udinese, che però ha vinto tre partite in più veleggiando a quota 12 punti contro i 4 della formazione di Pioli.
C’è una classifica in cui la Fiorentina è prima, quella del fuorigioco: viola in testa ed in fuga con 22 segnalazioni con Cagliari, Bologna e Cremonese staccatissime a quota 18. Solo Kean è finito 14 volte in offside, i secondi in classifica sono a quota 6. Insomma la posizione in graduatoria anche stando ai numeri non è casuale ma meritata e per questo serve un immediato cambio di rotta. Lasciando perdere la Conference dove la situazione è ampiamente tranquilla e la partita con il Mainz meno cruciale del campionato, il calendario per la prima volta non soffia contrario: ma va sfruttato e contro Lecce e Genoa sono obbligatori i sei punti anche perché dopo è nuovamente prevista tempesta con le sfide alla Juventus di Spalletti al Franchi prima di due trasferte contro Atalanta e Sassuolo. Battere il Lecce è prioritario e lo sa perfettamente anche uno che ne ha viste di ogni tipo come Stefano Pioli che è atteso da scelte decise. C’è il suo futuro in ballo ma di questo non gli importa nulla come dichiarato a San Siro dopo la sconfitta contro l’Inter. È l’incapacità fino ad ora di incidere nella sua Fiorentina che lo logora da uomo perbene ed innamoratissimo della piazza. Lo scrive Repubblica.
