La Fiorentina sta attraversando uno dei momenti più delicati degli ultimi anni. Dopo sei giornate di campionato, la squadra ha raccolto soltanto tre punti su diciotto disponibili: un bottino che la colloca al quart’ultimo posto in classifica. Otto gol subiti e appena quattro realizzati indicano un inizio di stagione complesso, segnato da errori ricorrenti, da una mancanza di continuità preoccupante e da una gestione del gioco che non sembra più funzionare come in passato. La crisi viola, però, non nasce da un unico problema. È il risultato di una serie di fattori intrecciati tra loro, che riguardano la costruzione della squadra, le scelte tattiche, la tenuta mentale e la condizione fisica dei giocatori.
Dall’aspetto tecnico alla crisi tattica
L’aspetto tecnico rappresenta uno dei punti più critici. La Fiorentina ha mostrato dei limiti evidenti nella precisione dei passaggi, nella gestione del pallone e nella fase di finalizzazione. In molte partite la squadra ha costruito delle azioni promettenti, ma le ha vanificate con errori banali nei momenti decisivi. La mancanza di lucidità sotto porta è un fattore costante: i quattro gol segnati in sei gare sono un dato che preoccupa, soprattutto per una formazione che aveva degli obiettivi ambiziosi a inizio stagione. A questo si aggiungono i blackout difensivi, che si ripetono con troppa frequenza. In più di un’occasione la retroguardia viola si è fatta sorprendere da movimenti semplici, subendo reti evitabili e mostrando una scarsa concentrazione nei minuti finali.
Sul piano tattico la situazione appare altrettanto spinosa, dato che la Fiorentina non ha ancora trovato un’identità chiara. Il sistema di gioco utilizzato da Stefano Pioli, basato su un possesso palla ragionato e su una costruzione dal basso, sembra non adattarsi alle caratteristiche della rosa. I centrocampisti faticano a verticalizzare, gli esterni non riescono a creare superiorità numerica e la squadra si ritrova spesso schiacciata nella propria metà campo. Le modifiche offensive introdotte nelle ultime settimane non hanno dato i risultati sperati e, anzi, hanno ridotto l’efficacia del reparto avanzato. Moise Kean ha avuto un impatto iniziale positivo, ma il suo rendimento è stato altalenante, anche a causa di alcune scelte tattiche, che lo hanno di fatto isolato in avanti.
Gli altri problemi della Fiorentina
Il calendario delle prossime settimane si annuncia molto impegnativo, e nel momento peggiore per i viola. La Fiorentina dovrà affrontare Milan, Bologna e Inter in campionato, oltre alla trasferta europea contro il Rapid Vienna in Conference League. L’Europa finora rappresenta l’unica nota positiva della stagione, con i Viola che sono riusciti ad imporsi per 2-0 all’esordio contro il Sigma Olomouc, ma il Rapid è tutt’altra cosa. Le quote sul passaggio turno di Conference League vedono ancora favorita la Fiorentina, ma questa Fiorentina può rischiare di capitolare contro qualsiasi avversario. Attenzione, dunque, ad evitare passi falsi nel girone.
Un altro nodo riguarda la condizione mentale del gruppo. Dopo tre sconfitte nelle ultime quattro gare, la squadra sembra aver perso fiducia nei propri mezzi. La difficoltà a reagire dopo un gol subito è diventata un tratto distintivo di questo avvio di stagione. Anche a livello di tenuta fisica stanno emergendo dei problemi evidenti, con numerosi giocatori in ritardo di condizione, il che ha inciso negativamente sull’intensità generale della squadra.
