Il procuratore sportivo Eugenio Ascari ha parlato ai microfoni di Radio Firenze Viola sulla campagna acquisti della Fiorentina e non solo. Queste le sue parole:
“Parlando di Dodò, una chiave di lettura sul raffreddamento delle trattative può essere individuata nel fatto che mentre il calciatore stava firmando il rinnovo si siano affacciate altre società, in quel momento Dodò ha alzato un pò il tiro, poi non è stata avanzata nessuna proposta concreta quindi adesso speriamo che la società gli vada incontro e il giocatore possa ritrovare quella tranquillità che al momento sembra abbia perso. Un punto d’incontro sarebbe nell’interesse sia del calciatore che della Fiorentina, per mettersi alle spalle una situazione complicata. Ho notato però che i rinnovi contrattuali di diversi giocatori si stanno allungando, ad esempio anche Mandragora già a giugno sembrava fosse sul punto di rinnovare ma siamo a metà ottobre e non l’ha ancora fatto. Se la Fiorentina fosse stata in un’altra posizione in classifica ed avesse sfoggiato qualche prestazione convincente probabilmente sarebbe stato più semplice rompere gli equilibri, ma alla vigilia della trasferta a Milano e con soli tre punti in classifica non è facile, i giocatori devono però capire che i responsabili sono soprattutto loro.
Di tutte le colpe che possano essere attribuite a Pradè comunque il rinnovo di Kean e quello di De Gea, il riscatto di Fagioli e di Gosens sono merito del direttore viola, quindi ha lavorato anche bene, magari non ha indovinato tutti gli acquisti però ogni situazione deve essere differenziata l’una dall’altra. Per quanto riguarda Dodò e Mandragora sono due calciatori che hanno avuto degli interessamenti tra luglio e agosto che hanno inevitabilmente rallentato i rinnovi dei contratti, ma adesso che il mercato è finito più di un mese fa e si riapre tra tre mesi quello invernale, potrebbe essere il momento giusto per riaffermare nero su bianco i due giocatori.
Alla Fiorentina credo che manchi un regista di spessore, di personalità, ha preso tanti buoni giocatori ma manca la ciliegina sulla torta, manca il giocatore che faccia elevare il tasso tecnico della squadra. Nicolussi Caviglia, Sohm, Mandragora, Ndour, Richardson… tanti buoni giocatori ma nessun leader, si era provato ad attribuire a Fagioli quel ruolo ma ha dimostrato di soffrirne un pò. Parlando del numero 10, non manca soltanto il miglior Gudmundsson, manca proprio il Gudmundsson da sufficienza: quello che si è visto quest’anno a Firenze è stato un Albert fantasma, completamente assente, è sparito dai radar. Fino allo scorso anno sembrava uno di quei giocatori inamovibili ma oggi, al di là della differenza di moduli e degli impegni frequenti che costringono Pioli a cambiare formazione, Gudmundsson non è più considerato un punto di forza della squadra.
Tutte le mosse della campagna acquisti, tra arrivi, rinnovi e riscatti, facevano ben sperare quindi hanno fatto un pò illudere, certo si poteva pensare mancasse qualcosa a centrocampo ma nessuno si sarebbe immaginato i risultati che abbiamo oggi davanti alla sesta giornata. E’ difficile consigliare quali potrebbero essere dei buoni acquisti per gennaio, ma ripenso ad un Bernabè del Parma o un Tessmann del Lione che per me sarebbero stati utilissimi; se parliamo di difensori secondo me si son lasciati partire con troppa fretta Mina e Valentini. Probabilmente Pradè pensava, per me, di riuscire a convincere Comuzzo ad accettare la proposta araba, ed una volta incassati i 35 milioni a quel punto sarebbe stato più facile mettere le mani su difensori di prima fascia, di esperienza internazionale”.
