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De Siervo: “Franchi? La risposta del MIBACT una presa in giro ed un danno al calcio. Gli imprenditori…”

Rassegna Stampa

De Siervo: “Franchi? La risposta del MIBACT una presa in giro ed un danno al calcio. Gli imprenditori…”

Redazione

17 Gennaio · 09:40

Aggiornamento: 17 Gennaio 2021 · 09:45

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«Siamo rimasti pietrificati». Il giorno dopo la risposta del Mibact sul Franchi, Luigi De Siervo parla da amministratore delegato della Lega di Serie A ma anche da fiorentino che conosce benissimo pregi e difetti di uno stadio non più al passo con i tempi.

In effetti è stata una doccia gelata per molti, soprattutto dopo la nuova legge che pareva aprire nuovi scenari. E invece…

«Non uso mezzi termini: la risposta del ministero è sembrata quasi dileggiare anche l’appello formale congiunto tra Lega di Serie A e Figc delle scorse settimane. Ma ha dileggiato anche l’eccellente lavoro fatto dal credito sportivo, il dibattito degli ultimi mesi, la fortuna per la nostra città di un imprenditore illuminato che aveva già deciso uno stanziamento importante per regalare a Firenze un impianto degno della sua storia e perfino il dibattito politico che aveva generato una norma specifica che forniva lo strumento tecnico per intervenire. La legge consentiva interventi rispettando l’opera di Nervi senza cristallizzarla, ma di tutto ciò non si è tenuto conto».

Lo stop al Franchi non è solo un ostacolo alla crescita della Fiorentina. Anche il calcio italiano ne esce con le ossa rotte?

«Il punto centrale è che per creare valore nel calcio servono impianti moderni, che consentano una fruizione dell’evento sportivo più adatta alle famiglie rispetto a un tempo. Bisogna poter costruire nuovi stadi. Venire a raccontare come ha fatto il Mibact che si può intervenire, ma solo rispettando tutti quei vincoli vuol dire vanificare tutto. E, diciamolo, è una vera e propria presa in giro. È stato fatto un danno a tutto il sistema calcio e a un Paese che riesce ad attirare ancora grandi investitori ma poi li costringe ad andarsene».

Una scelta anacronistica insomma quella del Mibact…

«Io direi ai confini della realtà. Tutto faceva presagire a un finale diverso, a una risposta che avrebbe consentito un equilibrio tra la conservazione e la modernizzazione. E che doveva essere quella la strada maestra lo possiamo ben dire noi fiorentini visto che la nostra città è stata costruita su altri edifici. Se secoli fa ci fossero state risposte come quella del ministero nessuno dei nostri capolavori avrebbe visto la luce».

E se Commisso decidesse di andare a Campi lei da fiorentino cosa ne pen- serebbe?

«Ora è il momento di provare a capire se sul Franchi la partita è davvero chiusa. Per il momento Firenze ne esce sconfitta, speriamo questo Paese trovi la forza di recuperare una partita molto compromessa».

Lo riporta il Corriere Fiorentino.

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