Giuseppe Rossi ha parlato a Radio Bruno nel giorno del suo ritorno a Firenze per annunciare la partita di addio al calcio del 22 marzo, queste le sue parole:
Nel tragitto verso il Franchi, quel 20 ottobre, ho davvero compreso quanto fosse sentita quella partita. L’atmosfera di quel giorno era semplicemente magica. Ricordo bene il primo tempo: Neto si rese protagonista di diverse parate, ma la situazione non sembrava favorevole. Poi arrivò il primo gol, che cambiò completamente il corso della gara. Il secondo fu un mix di bellezza e fortuna: la palla si muoveva tanto, e forse Buffon non riuscì a vederla bene. Poi il terzo di Joaquín, e infine il quarto… a quel punto il delirio. Ero così sopraffatto dalle emozioni da non avere nemmeno la forza di esultare.
Ogni 20 ottobre ricevo migliaia di messaggi, perché in quel momento della mia carriera ero tra i migliori: capocannoniere, prima dell’infortunio. Eravamo secondi in classifica, la squadra funzionava alla grande, con un centrocampo straordinario. Il Pek, Borja, Aquilani, Cuadrado, Joaquín, Savic, Gonzalo… che squadra incredibile! Ricordo ancora bene quel 2-0 con la maglia del Parma: feci un tunnel a Pasqual, un caro amico, e segnai a Frey. Fu una parte fondamentale della mia stagione, perché da lì arrivò il passaggio al Villarreal.
Il dispiacere per il Mondiale sfumato è stato grande. Ho fatto di tutto per tornare in campo nel finale di stagione: con la Fiorentina giocai tre partite e segnai due gol. Ero al 90% della forma, ma non è bastato. Da allora, non ho più incontrato Prandelli.m Il 22 al Pepito Day? “Se è libero, può venire al Franchi, perché no?
Firenze per me è una seconda casa. Amo questa città, ed è proprio per questo che ho scelto di organizzare la partita qui. Sono rimasto poco, ma quei tre anni sono stati intensi, e voglio tornare per farla conoscere alle mie figlie. Non vedo l’ora di essere di nuovo a Firenze, con i miei ex compagni, gli amici e i tifosi viola. La tecnica ce l’ho ancora, anche se corro un po’ meno… Il calcio per me è vita.