Oltre 130 criteri da soddisfare. Con la speranza di una deroga come soluzione a una delle questioni più spinose: il parterre di tribuna senza copertura come da disposizione della Soprintendenza. La Uefa invece pretende che nessuna porzione dello stadio resti scoperta. È uno dei temi che sarà affrontato oggi nel corso della riunione convocata a Nyon dall’Uefa. In ballo la candidatura del Franchi come uno dei 5 stadi italiani che nel 2032 ospiteranno le partite degli Europei.
Al tavolo insieme all’Uefa e al suo delegato Michele Uva, siederanno la sindaca Sara Funaro, il responsabile unico del progetto di riqualificazione Alessandro Dreoni, la direttrice generale Lucia Bartoli, i progettisti di Arup e – in veste di uditori – due delegati della Fiorentina: Edoardo Milano (Match and events manager) e Fabrizio Sanna (Sport Secretary), professionisti che già lavorano con l’Uefa per riunioni, sorteggi ed eventi internazionali. Nel presentare la missione in Svizzera Funaro ha parlato di «un primo appuntamento interlocutorio che è stato fatto anche con altre città. Inizieremo a confrontarci, a discutere, a presentare il progetto e i criteri del rifacimento dello stadio». La candidatura risale allo scorso luglio, da allora è probabile che l’Uefa abbia inviato al Comune una sorta di ‘pagella’ con una serie di valutazioni. Responso: Franchi rimandato. Non una bocciatura in toto ma una valutazione non sufficiente perché, come confermato nei giorni scorsi dal delegato Uefa Michele Uva, «l’Allianz Stadium di Torino è l’unico al momento che ha i parametri».
Anche Roma e il nuovo San Siro sono certi di un posto: a confermarlo è stato il ministro allo Sport Andrea Abodi. Dunque mancano due posti. In lizza altri 9 stadi, anche se il Franchi parte in vantaggio. Ma per portare a casa il risultato vanno soddisfatti una sfilza di parametri: aspetti sportivi e organizzativi, benessere dei tifosi, sostenibilità e accessibilità, aree ospitality, criteri commerciali relativi ai partner, media, broadcast e sicurezza. Tante variabili, un solo obiettivo: ottenere il via libera dell’Uefa e intercettare i fondi ministeriali per concludere i lavori. Lo scrive La Nazione.
