25 Ottobre 2025 · Ultimo aggiornamento: 10:20

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Ing. Buzzoni sul Franchi: “Fiorentina in esilio? Ad oggi non previsto, in caso si tratterebbe di poco”

Firenze, Stadio Franchi, 17.09.2025, Fiorentina-Napoli, foto Lisa Guglielmi. Copyright Labaroviola.com

Rassegna Stampa

Ing. Buzzoni sul Franchi: “Fiorentina in esilio? Ad oggi non previsto, in caso si tratterebbe di poco”

Redazione

25 Ottobre · 09:50

Aggiornamento: 25 Ottobre 2025 · 09:50

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"A gennaio sarà visibile l'accelerata. L'utilizzo del campo ha rallentato i lavori"

Spiega nel dettaglio, fa chiarezza, ci mette la faccia. Mentre in città non si parla altro che di «pasticcio Franchi», l’ingegnere Luca Buzzoni a La Nazione non si nasconde. Il direttore tecnico del progetto per Arup comprende la delusione dei tifosi, viviseziona tutte le difficoltà che hanno intralciato il restyling, confessa le «tantissime complessità» e ammette i ritardi, evidenti, accumulati finora. Ma allo stesso tempo non si scompone. E rassicura: «Sono molto fiducioso che tutto andrà nel migliore dei modi. Non parlo a sensazione, da ingegnere ho gli elementi per essere ottimista».

Ingegnere Buzzoni, la Fiesole non sarà pronta per il centenario viola. Cosa è andato storto?

«Al momento dell’affidamento dei lavori era previsto che la Fiorentina usufruisse dello stadio fino alla stagione calcistica 2023/24: la convivenza tra lavori e partite era messa in conto solo per i primi 6 mesi. Una situazione molto diversa da quella attuale».

Il completo uso dello stadio avrebbe evitato i ritardi?

«Il campo da gioco sarebbe stato utilizzato per consentire lo svolgimento delle lavorazioni, lo stoccaggio dei materiali, l’assembramento e il montaggio delle strutture delle curve e della copertura che richiedono mezzi molto ingombranti. Ora lo spazio di manovra per le imprese è assai limitato. Ciò ha significato dover utilizzare i mezzi all’esterno dove però la movimentazione è molto difficile perché sono presenti alberi e anche il mercato sul lato nord del cantiere».

Cos’altro vi ha rallentato?

«In alcuni casi la presenza delle partite ha richiesto l’interruzione dei lavori al mercoledì mattina: per le gare di Conference ad esempio la Uefa chiede che la squadra ospite si possa allenare allo stadio il pomeriggio precedente alla partita. Inoltre alcune lavorazioni devono essere fatte su due o più giorni di fila, perciò è capitato che i lavori si interrompessero il mercoledì mattina per riprendere il lunedì successivo».

Per quanti giorni sono stati fermi i cantieri in totale?

«Non abbiamo ricostruito un quadro unitario ma tra partite, meteo avverso e gli imprevisti che in alcuni casi sono legati alla giusta vigilanza degli organi di pubblica sicurezza, si potrebbe stimare circa 2/3 mesi».

In estate ci si attendeva un’accelerata. Che però non è arrivata neanche coi lavori di notte…

«Le lavorazioni sono state molto limitate e hanno riguardato il restauro della pensilina. Lo stadio si trova in area residenziale e il cantiere produce rumore, dunque anche le attività notturne sono state molto ridotte».

Vi ha frenato anche la scoperta di un terreno più tosto del previsto nelle viscere della curva?

«In realtà le caratteristiche del terreno erano note. Il problema è stato reperire i macchinari per lavorare questo terreno: l’incertezza sull’area di cantiere utilizzabile ha rallentato l’approvvigionamento delle macchine. Si è cercato di usare altri macchinari che però come temevamo si sono dimostrati non adeguati. Ci sarebbe stato un ritardo maggiore se ci fossimo ostinati a procedere con quella soluzione».

E così è stato necessario cambiare la palificazione in corso d’opera…

«Ma non per la tecnica che resta una soluzione valida e anche veloce, l’avevamo utilizzata pochi mesi prima per l’Arena Olimpica di Milano: quasi 900 pali in tre mesi. Questa tecnica purtroppo però è legata alla disponibilità di determinati macchinari».

Come si recuperano i ritardi?

«Da parte delle imprese c’è disponibilità a comprimere le attività il più possibile. Tutte le complessità emerse sono state gestite e ora sono situazioni ben note in vista della seconda metà dei lavori».

Ma come cambia il progetto?

«Non sono previste particolari modifiche, si è ipotizzato con le imprese una sequenza efficiente per affrontare in parallelo diverse porzioni di lavori. Ci sono poi cantieri che stanno andando avanti lontano dal Franchi: le carpenterie metalliche che andranno a realizzare una parte della curva e una porzione di copertura sono in corso di realizzazione in Friuli, le nuove gradinate della Fiesole sono in corso di produzione a Pistoia. Quello che si vede in cantiere è l’avanzamento delle opere più lente, tutte le opere in stabilimento seguono processi industrializzati più rapidi».

A che punto sono queste lavorazioni ‘esterne’?

«Le strutture di acciaio delle gradinate sono finite, le stanno verniciando: sono travi di 20 metri da 50 tonnellate l’una, portare una ventina di travi significa bloccare il cantiere, ne porteremo un paio alla volta a partire dalle prossime settimane».

Quando si vedrà l’accelerata?

«Già da queste settimane si inizieranno a vedere i getti del calcestruzzo delle pareti principali della curva che inizieranno a salire, l’accelerata visibile e apprezzabile a chiunque sarà da gennaio quando si vedranno non solo gli elementi in acciaio ma anche le autogrù in cantiere per movimentare queste strutture».

Nella variante al cronoprogramma è previsto che la Fiorentina torni in esilio?

«Ad oggi non c’è questa previsione, qualora dovesse verificarsi sarebbe nel caso una circostanza molto limitata come lo scorso settembre. Nel caso il processo avverrà attraverso un dialogo sempre molto collaborativo con Comune e società».

Quanti operai lavorano al cantiere?

«Dipende dalle giornate, si va da alcune decine ad alcune centinaia, altrettanti stanno lavorando negli stabilimenti esterni. Il cantiere ha spazi molto limitati per cui avere anche mille operai non cambierebbe la situazione».

Qual è lo stato dei pagamenti?

«La configurazione è normata dal codice degli appalti: i pagamenti vengono riconosciuti alle imprese e alla direzione lavori man mano che i lavori avanzano in seguito a report mensili. La cifra a disposizione del quadro economico è di 151 milioni che comprende però Iva, tasse e spese tecniche. L’importo delle opere è invece di 103 milioni, al momento ci è stato riconosciuto circa un 20%, la legge prevede che non ci vengano riconosciute le opere in corso in stabilimento che sarebbero un altro 20%».

Avete stimato i costi del secondo lotto?

«Ci sono stime preliminari: non è previsto che ci si allontani molto dai costi del primo, ma ciò non significa moltiplicare per due perché il primo lotto sconta tutta una serie di costi a carico del primo progetto come le spese di progettazione, le autorizzazioni, i permessi, le conferenze dei servizi eccetera».

Non vi preoccupa che i lavori non siano finanziati?

«Non partecipo a tavoli puramente politici, ma per quello che arriva a me come progettista, la sensazione è di grande collaborazione di tutti gli enti istituzionali coinvolti a prescindere dal colore politico».

Cosa si sente di dire ai tifosi?

«Mi rendo conto che dall’esterno sia difficile capire cosa sta succedendo esattamente senza le informazioni necessarie. Ma anche se le complessità del progetto sono tante, sono molto fiducioso che tutto andrà nel migliore dei modi».

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