I primi lavori propedeutici al restyling del Franchi inizieranno a gennaio: chiusura della curva Ferrovia con l’abbattimento di alcune strutture come il parterre di ferrovia, le scale (non quelle elicoidali) e il tabellone del Franchi. Il piano di Palazzo Vecchio è di procedere per lotti, dopo la gara del primo quello già finanziato dai fondi dello Stato, si punta poi a integrare con il secondo, completando le opere. I lavori del primo lotto dovranno finire entro il 2026, ma sarà sufficiente che la partenza sia fissata a marzo 2024. Intanto l’ipotesi di un trasferimento momentaneo allo stadio Padovani sembra tramontare. Su questo il dg della Fiorentina, Joe Barone, è stato chiaro: «Dobbiamo portare rispetto ai tifosi che prendono l’acqua e non hanno chiarezza su dove giocare. Ma parlo per tutti i tifosi, ci vorrebbe un bel movimento dei tifosi per far capire alla nostra industria l’importanza e il rispetto per avere le strutture di livello in tutta Italia».
Parole che, lette in filigrana, significano una cosa sola: il Franchi deve continuare a essere la casa dei viola. Il percorso per l’ampliamento dello stadio da rugby va comunque avanti. L’obiettivo per il Comune è rendere il Padovani ’modulabile’ cioè adattabile fino a tre configurazioni che assumerà nel tempo, prima e dopo i lavori che riguarderanno il Franchi. La prima è dotarlo di una tribuna coperta permanente da 4mila posti. La seconda è dotarlo di una tribuna scoperta con una struttura prefabbricata che possa ospitare fino a 3mila posti. Infine, quella più importante per i viola: ampliare la capienza a 15mila posti attraverso una maxi tribuna provvisoria da 8mila sedili, in modo da poter raggiungere la capienza minima per ospitare le gare di Serie A e Coppa Italia.
KOAUME MOSTRA I SEGNI DELLO SCONTRO