Inutile negarlo, in condizioni normali uno come Radja Nainggolan non sarebbe mai venuto alla Fiorentina. Non a 31 anni, non nel pieno della carriera, non dopo esperienze più prestigiose (ahimè tocca ammetterlo…) e remunerative come Roma ed Inter. Poi l’11 luglio scorso la bellissima moglie, Claudia Lai, rende nota la propria malattia e dice: “da domani comincio la chemioterapia”. Complimenti per il coraggio. A quel punto la sua vita cambia, la vita dei due figli Aisha e Mailey cambia, e cambia anche quella di Radja che all’improvviso si trova a fare i conti non solo con gloria e successo, ma anche con le sofferenze dei comuni mortali. E Radja fa una scelta: stare vicino (il più possibile) a Claudia e ai due figli. A chiudere il cerchio l’ostracismo tattico e comportamentale di Antonio Conte, neo tecnico dell’Inter, cosicchè il calciatore belga si guarda intorno e comincia a contare… Conta i chilometri che una nuova destinazione lo porterebbero lontano dalla moglie, conta i giorni liberi che può dedicare alla famiglia, conta i soldi? No, quelli molto meno. Almeno per un anno va bene così, poi vedremo come si evolve la “bestia”, nome in codice per definire la malattia della moglie. Ecco, l’ipotesi Fiorentina si spiega così: un’ora e 40 di treno da Milano (se ce la faceva Kharjà, ce la può fare anche lui…) nessun impegno infrasettimanale e di conseguenza un paio di giorni liberi alla settimana in più. E poi la possibilità di giocare comunque in una piazza storica, importante, in estrema ascesa, con una nuova proprietà che (lo sta dimostrando) fa le cose per bene. Formula e ingaggio? All’inizio un prestito secco con la promessa di riparlarne a giugno 2020, per i soldi lo abbiamo detto… tra viola e nerazzurri si troverà un accordo. C’è da dividersi quei 4 milionucoli a stagione, facciamo fifty-fifty? Lo scopriremo solo sedendoci ad un tavolo. Insomma, c’è grande fiducia intorno ad un affare che (se pensiamo alla situazione tragicomica di appena tre mesi fa) avrebbe del clamoroso. Usiamo il condizionale per due motivi: 1) la scaramanzia, perchè un calciatore come Naingollan sarebbe davvero una svolta tecnica per la Fiorentina di Montella. Perfetto in ogni ruolo del centrocampo (specie nel 4-3-3), Radja assicura interdizione, inserimenti offensivi, gol, tiro da fuori. E poi quella dose di sana cattiveria che lo ha ribattezzato “il Ninja”, un po’ per le caratteristiche (fisico traccagnotto, ancorchè mobilissimo), un po’ per i tratti orientaleggianti dovuti al padre originario di Sumatra. 2) In certe trattative (come insegna il trap) è bene non dire gatto… anche perchè resiste l’ipotesi Cagliari, quella si la vera scelta di cuore visto che il Ninja nasce calcisticamente nell’isola e la moglie Claudia è appunto sarda certificata. Però, nulla di personale verso una terra meravigliosa, ma vuoi mettere Cagliari con Firenze? Insomma, se son rose…
DRAGO E LLORENTE EXPRESS: la Fiorentina di Montella, quindi, prende forma. E contenuto. E finalmente oggi si chiude anche la querelle portiere. Bartlomiej Dragowski firmerà un prolungamento di contratto a cifre congrue (si parla di un milione a stagione) che lo rasserenano e lo tranquillizzano. Del resto il ragazzo c’è da capirlo: dopo sei mesi da fenomeno ad Empoli e la promozione a titolare sul campo, qualche piccola richiesta si può perdonare… ed accogliere. Proseguiamo con la spina dorsale della squadra: con Nainggolan che arriva in prestito, l’attaccante da svincolato (Fernando Llorente, esperienza e mestiere al servizio del rampante Vlahovic), i 25 milioncini freschi freschi di Veretout e Vitor Hugo (a proposito, auguri e grazie di tutto), tutte le forze mentali ed economiche sono concentrate sul regista. Vero e proprio deus ex-machina delle squadre di Montella. La sensazione è che Tonali sia sempre in cima ai pensieri di Pradè, che lo stesso DS romano stia aspettando tempi migliori per risparmiare quei sei-sette milioni (ovvero calare da 35 a 27-28). La certezza invece è che il grosso esborso sarà dedicato a quel ruolo. Oltre ad un esterno forte, non necessariamente giovanissimo (Perotti? Candreva?) da alternare a Chiesa sulle due fasce. Concludendo: portiere? Fatto. Terzino destro? Fatto (e fatto bene). Mezzala? Non diciamo nulla ma… Punta d’esperienza? Quasi fatta, e non dimentichiamo Boateng. Mancano regista ed esterno, ma la squadra che sta nascendo ha le stimmate per sorprendere, per divertire, per giocarsi un posto in Champions. Stiamo esagerando? Forse, e comunque a calare (Europa League) c’è sempre tempo…