Una schiarita non improvvisa, perché qualche segnale era già arrivato, ma sicuramente più netta e concreta. Un piccolo passo, tanto per usare parole e concetti di moda in questo periodo, dopo mesi di buio, silenzio e pessimismo sfociati nel rifiuto da parte del brasiliano anche solo di sedersi a trattare e la speranza, più dell’agente che sua per la verità, di trasferirsi in un grande club.
Tutta colpa di quanto successo tra l’autunno scorso (quando il brasiliano si disse pronto a firmare a vita) e la primavera quando la società, secondo giocatore e agente con gravissimo ritardo, avanzò una proposta mai presa in considerazione per una questione che era diventata più di principio che economica. Il resto è storia recente. L’assenza pressoché totale di offerte concrete, l’addio del d.s. Pradè e, guarda un po’, il tentativo (serio) di far pace. E così, dopo i segnali di disgelo di qualche settimana fa, nelle ultime ore son seguiti i fatti concreti: in Italia infatti è arrivato il procuratore di Dodò il quale, dopo un confronto col suo assistito, nel pomeriggio di domenica si è finalmente incontrato (non accadeva da mesi) con il neo d.s. Roberto Goretti.
Un faccia a faccia positivo, nel quale la Fiorentina ha manifestato la voglia di prolungare l’accordo di altri due anni, magari con opzione per estendere fino al 2030 ricevendo come risposta la disponibilità a discuterne. Niente di deciso quindi, né di scontato, ma se non altro il primo passo è stato fatto, la trattativa è (ri)partita e i rapporti ristabiliti. Lo scrive il Corriere Fiorentino.
