Non era difficile prevederlo, Paulo Sousa aveva tutte le caratteristiche per diventare il nuovo caprio espiatorio. Eravamo in pieno calciomercato e così, come tutte le strade portano a Roma, tutte le sensazioni, le dichiarazioni dei dirigenti viola, gli articoli dei giornalisti e i commenti di molti tifosi portavano dritto verso quella destinazione. Sousa, come tutti gli allenatori che lo hanno preceduto era perfetto per quel ruolo, il ruolo del capro espiatorio.
Ovviamente speravo che non sarebbe mai accaduto, ovviamente spero tutt’ora che tutto si ricomponga e che non se ne parli più, la china presa però sembra ahimè proprio questa. Me ne dispiace, non perché il Portoghese sia un fenomeno, onestamente non sono in grado di giudicarlo, ma semplicemente perché in questa città troppe volte si sceglie di sparare all’ obbiettivo più facile, quello più facilmente affondabile. È un vizio nostro, in fondo ci piace sparare ora su Tomovic, poi su Ilicic per virare su Bernardeschi e addirittura su Borja, lo abbiamo sempre fatto. Fossimo così concentrati ad analizzare gli errori della proprietà come lo siamo su quelli di calciatori e allenatori, forse ci troveremmo in una situazione migliore, una cosa è certa sicuramente anche a parità di classifica ci prenderebbero meno in giro.
L’ho scritto qui e detto in radio più volte, cercherò di stare vicino alla squadra, a difesa della maglia e di Firenze, al gioco al massacro non ci sto più, hanno nascosto 27 milioni di euro anche quest’ anno non me la sento di sparare sull’allenatore e se mi permetto di parlare della tifoseria e non dei giornalisti è solo perché so benissimo che è già partita la corsa a chi le spara di più, a chi confeziona il servizio migliore per salvare proprietà e dirigenza, un accredito, un posto in tribuna, una notizia da dare in prima pagina vale di piu di un rapporto leale con Sousa e con chi vi legge. Prego Signori sparate pure su Sousa, venghino venghino….un infamate all’allenatore a Firenze è per sempre.
Alessandro Taddei