La celebre battuta resa famosa da Raimondo Vianello e da Sandra Mondaini nella consueta scena conclusiva di una pietra miliare della sitcom all’italiana può definire sinteticamente anche la stagione della Fiorentina.
I viola, infatti, da metà febbraio hanno abbandonato ogni sogno di gloria, ogni ambizione ed ogni obiettivo. Dall’eliminazione in Coppa Italia contro il Napoli, al suicidio collettivo contro i tedeschi del Borussia Mönchengladbach fino al lento e doloroso allontanamento dalle zone nobili della classifica la stagione della squadra di Paulo Sousa ha preso una piega che non era certo quello sperata ed immaginata l’estate scorsa.
Se a ciò si aggiungono anche la situazione dell’allenatore ormai giunta ai limiti del grottesco, i rinnovi che sembrano sempre più in una situazione di stallo ed un atteggiamento sempre più ambiguo da parte della società ecco che l’annata in corso assume tutti i tratti di una lenta e logorante agonia.
Inevitabile che, di conseguenza, l’iniziale malcontento della tifoseria si trasformi, talvolta, in apatia prossima all’indifferenza ma anche, nella maggior parte dei casi, in contestazione aperta nei confronti di una proprietà rea di aver privato il popolo viola di ciò che più anima e scalda i cuori dei tifosi, ossia la possibilità di sognare.
Ecco che quindi, con sei (lunghe) partite ancor da disputare, ci avviamo verso uno strano e noioso finale di stagione che, nonostante la passione che (comunque vada) continua a spingerci a gremire gli spalti del “Franchi”, speriamo arrivi il più presto possibile.
Una stagione noiosa ed anonima che, nonostante i recenti sussulti, non ha dato mai l’impressione di potersi risolvere in un tanto gradito lieto fine. Una stagione che, fra innumerevoli peripezie, lascia comunque in eredità un prezioso insegnamento che, però, suona più come un imperativo: non dovrà accadere mai più.
Gianmarco Biagioni